05.06.2013 Views

Creaturine - Sardegna Cultura

Creaturine - Sardegna Cultura

Creaturine - Sardegna Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L’uomo guardava l’acqua cadere nell’acqua dove il corpo<br />

di sua moglie transitava portato via dalla corrente. Osservava<br />

quel mare tra le case con la faccia poveretta di<br />

una volta. Bianca era stata un prestito, l’aveva sempre saputo;<br />

ed anche se l’aveva stretta a sé come un dono, era<br />

consapevole che avrebbe prima o poi dovuto restituirla.<br />

Ora si trattava solo di non morirne, di minarsi per bene la<br />

mente e di far esplodere una ad una le cento immagini<br />

più belle di lei. Gli occorreva un po’ di forza ma doveva<br />

farlo. Lei non ci sarebbe stata mai più. Non ci sarebbe<br />

stata ad attenderlo nel letto per abbracciarlo alle spalle al<br />

ritorno dal bicchiere d’acqua che egli era solito andare a<br />

bere nel cuore della notte. Né sottobraccio a lui per gli infiniti<br />

viali senza tempo, né per un boccone frettoloso, né<br />

per niente più. Non ci sarebbe stata e basta ed egli avrebbe<br />

trascorso il resto dei suoi giorni a custodire religiosamente<br />

quanto lei nella fretta gli aveva lasciato, i vestiti, i<br />

fazzoletti, la trousse di bellezza, le pantofole della notte,<br />

le ciprie e le essenze e poi quando tutto quanto sarebbe<br />

stato riposto per bene nei bauli ed ogni cosa nel suo reliquiario,<br />

il lavoro sarebbe andato avanti perché ovunque<br />

in ogni angolo della casa c’era la speranza di scoprire<br />

un’unghia tagliata, una sua ciocca di capelli o l’eco della<br />

sua voce rimasta impigliata nella polvere sotto il letto.<br />

Sei poca cosa. Glielo aveva detto prima di lasciarlo. Glielo<br />

ripetevano Adelaide e Antonio apparsi all’improvviso<br />

come affreschi. Glielo mormoravano i suoi figli rimasti a<br />

vagare in un eterno nulla. E se lo diceva egli stesso mentre<br />

si passava la mano sui primi ciuffi imbiancati. Sei poca<br />

cosa. Lo lesse nell’acqua proprio sotto di lui. Lo trovò<br />

scritto sulle tende, sul bollitore, sui ricami abbandonati<br />

214<br />

dentro il cesto del cucito; sì, era la cosa giusta da sentirsi<br />

dire per non aver dato ascolto ai richiami della sua gamba<br />

disperata e per non essere stato capace di opporsi alla deviazione<br />

dei suoi sogni.<br />

Si staccò dalla finestra e andò al centro della stanza. Il<br />

tappeto aveva gli angoli arricciati. Sedette accanto al tavolo<br />

cosparso di briciole di pane. Aveva i capelli lunghi curvati<br />

dal collo della camicia. Nei suoi occhi lampeggiavano<br />

in lontananza gli asterischi di una volta. Le cinque del pomeriggio.<br />

Arrancò per la casa con un’enorme Bianca che<br />

gli occupava il cranio come una ciste. Poi si mise a letto<br />

avvolgendosi nelle coperte con una bottiglia d’acqua calda.<br />

Trascorsa un’ora s’alzò e risedette al tavolo sporco di<br />

pezzi di marmellata vecchia. Fissò il nulla. Sulla sedia accanto<br />

il suo gessato grigio odorava dello stesso chiuso della<br />

sua testa. Ne sentì il sapore in bocca. Si guardò le mani<br />

prive di luce. Provò a piangere senza riuscirvi. Era una<br />

brutta sera, una di quelle sere senza vita, serate morte da<br />

far trascorrere in fretta. Invece il tempo rallentava e il crepuscolo<br />

calava sulla sua persona come una cattivo compagno.<br />

Quando il buio fu totale non si mosse. Spostava gli<br />

occhi appena. Poi si alzò e si mise a camminare piano piano<br />

ma senza senso tra i mobili. Girò più volte intorno al<br />

tavolo quindi aprì la porta della disperazione e vi ci si<br />

buttò dentro con giacca, scarpe e tutto. Passando accanto<br />

alla finestra intravvide di sotto due barche cariche di capre<br />

e di maiali risalire la via allagata. Restò immobile a osservarle.<br />

Restò immobile sinché fece luce e udì qualcuno<br />

battere forte alla porta.<br />

215

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!