Creaturine - Sardegna Cultura
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estate, senza lenzuola sopra e con la finestra aperta, stavano<br />
una accanto all’altro a parlarsi.<br />
Stare insieme alla propria moglie o al proprio sposo e<br />
non avere ossessioni, non vivere nel sospetto, non lacerarsi<br />
per nulla. Questo erano Rosario e Bianca. Stare insieme<br />
senza covare rabbia, senza il seppur minimo sotterfugio,<br />
senza inganni, senza occasioni perse da dover rimpiangere<br />
e soprattutto senza la necessità di dover prima o poi cogliere<br />
l’attimo giusto per dirgli ciò che non si può più tacere,<br />
che non si può più tenere dentro, che non ci fa dormire,<br />
che non ci fa più vivere. No, non averne la necessità ma<br />
svegliarsi al centro della nottata e ricordarsi che tutto va<br />
bene e riaddormentarsi stringendo la fortuna di un matrimonio<br />
che funziona.<br />
Rosario la guarda mentre lei si veste, mentre si pettina,<br />
la guarda quando esce, s’affaccia alla finestra e la vede tra<br />
la folla, il suo ombrellino tra la gente è la spia luminosa<br />
che non dovrà mai spegnersi, la guarda addormentarsi.<br />
In agosto Bianca Pes si ammalò di un malanno di stagione<br />
e senza conseguenze. Aveva sudato, s’era raffreddata e<br />
preso un febbrone che la costrinse quattro giorni a letto.<br />
La prima notte delirò svegliandosi più volte di soprassalto<br />
e pronunciando parole di cui suo marito ignorava il senso,<br />
pretty, emerald, chip. Lui la protesse e la vegliò. Il terzo<br />
giorno la febbre divenne dorata. Bianca accettò una bevanda<br />
calda e chiese di spostarle il letto.<br />
– Vuoi che ti sposti il letto?<br />
– Vorrei stare vicina alla finestra.<br />
– Ecco fatto, va un po’ meglio?<br />
– Vieni qui, – gli fece segno lei battendo con la mano il<br />
materasso.<br />
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Rosario le sedette accanto. Guardarono il sole spezzarsi<br />
in due sul Monte Doglia. Attesero davanti al cielo aperto<br />
l’arrivo delle stelle parlando di tutto come sempre, parlavano<br />
davanti alla finestra del caldo, della fiera, della giornata<br />
trascorsa.<br />
Stare insieme al proprio marito o alla propria sposa e<br />
parlarsi in tutta serenità, senza ossessioni, senza la necessità<br />
di evitare gli argomenti, senza manovre di disturbo,<br />
senza andare alla ricerca di strategie per attuare depistaggi,<br />
aggiramenti o frodi. Stare insieme e parlarsi in tutta serenità<br />
e stare bene, ed accorgersi che è ciò che si vuole,<br />
che si vuole in quell’istante, accorgersi di quanto siano interessanti<br />
le futilità, di come sia il tono più che il senso a<br />
dirci, il tono e le sue sottomisure, i semitoni, le tinte complementari<br />
e di come basti un gesto di poco conto, apparentemente<br />
il più insignificante, il più periferico, per sentirsi<br />
corteggiata.<br />
Rosario corteggiava sua moglie nel gioco più antico del<br />
mondo e lo faceva con discrezione. Come con discrezione<br />
sapeva attendere le condizioni giuste per riscaldarla in<br />
quelle giornate fredde in cui la vita di lei sembrava ridotta<br />
a un acquitrino. Da buon chirurgo sapeva come fare.<br />
Quando vedeva addensarsi le luci di quelle giornate piovigginose<br />
prendeva la sua borsa da dottore e la liberava di<br />
quei tumori benigni, tristezza e lontananza e nostalgia.<br />
Poi andava a buttarli in un campo lontano da casa.<br />
Quella sera non ce ne fu bisogno.<br />
Quella sera s’era portato un bicchiere di vino e guardava<br />
l’estate insieme a lei, seduto sul letto, con le sue solite<br />
lunghe gambe intrecciate come corde. Parlavano delle<br />
cose di tutti i giorni, della strada sporca, dei selciati, della<br />
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