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Creaturine - Sardegna Cultura

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Nicola stava bene. Se lo era ripetuto più volte nel corso<br />

dell’inverno e altre lo ripeté nel mezzo di quel mattino in<br />

cui accarezzava il pelo caldo della sua bestiola. Era il giorno<br />

del suo compleanno a sua insaputa. Si alzò dal prato e<br />

camminò. Era completamente nudo. Aveva i capelli sciolti<br />

sulle spalle. La sua bellezza decollò ancora una volta,<br />

una delle ultime al mondo. Il suo corpo ricoperto di paesaggi,<br />

di castelli, di falchi, di navi, di pianeti, scintillava<br />

nell’aria accecante della campagna. Nicola camminava<br />

con la donnola al fianco. Sfiorati dal suo passaggio e con<br />

la bocca piena di sole i fiori tacevano, le pietre riducevano<br />

per un poco la loro durezza e si domandavano: – Chi sarà<br />

mai? chi sarà mai quest’uomo cucito con filo di leccio, il<br />

cui sonno è da sempre accompagnato dalla ninna nanna<br />

dell’asina, quest’uomo capace di alleviare un po’ del nostro<br />

dolore solo posandoci il piede sulla schiena?<br />

Nicola camminava con l’animale al fianco. Scalava e ridiscendeva<br />

rocce, scompariva tra i flutti d’erba, riemergeva<br />

senza voltarsi, senza incespicare, senza accelerare, senza<br />

più nome tra luoghi senza nome. Camminava, lo sguardo<br />

invaso di affluenti di luce, il passo spedito, i pensieri a<br />

posto. Camminava facendo esplodere nuvolette di farfalle<br />

che si sollevavano all’improvviso, circondandolo per<br />

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