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Creaturine - Sardegna Cultura

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un po’ che succedeva. Per quattro settimane esaminò gli<br />

indizi, i profumi, gli orari, la valigetta dei medicinali intatta,<br />

lo stato dei vestiti. Quando il dubbio divenne certezza<br />

crollò sulla poltrona con lo sguardo di chi s’è appena<br />

tagliato le vene. Suo marito se ne accorse.<br />

Una sera si ritrovarono faccia a faccia per la cena. Senza<br />

figli, senza governanti, senza amici né invitati è più difficile<br />

ignorare i silenzi. Quei silenzi un tempo così salutari<br />

ora camminavano sulla tovaglia come ragni, se li ritrovavano<br />

nel piatto, nell’acqua del bicchiere.<br />

Bianca non aveva fame. – Non mangi? – le domandò lui<br />

vedendola fissare il brodo. Aveva deciso di affrontarlo, di<br />

lasciare la parola alle armi, alle parole. – Allora non mangi?<br />

– Aveva deciso di metterlo alle strette; e di farlo in<br />

fretta. Aveva deciso così nella speranza segreta di venire<br />

smentita, di sentirsi dire che pazza che sei amore mio, ma<br />

come avrei potuto, come pensi che avrei potuto dormirti<br />

accanto col peso di un simile sudiciume? Con quale animo<br />

pensi che avrei potuto avvicinarti? Davvero mi credi<br />

così idiota? Dunque non è vero niente? È vero che sono<br />

andato a casa sua ma come vado da tanti altri ed altre, è il<br />

lavoro tesoro. Lo avrebbe ascoltato felice di sentirlo smontare<br />

pezzo per pezzo il suo doloroso castello di fantasticherie<br />

per poi vederlo alzarsi e andare da lei e stringerla<br />

ed asciugarle il viso con mille baci tirandosi giù la tovaglia<br />

e le posate e tutto dalla tavola mentre il mondo riprende<br />

a profumare di erba appena falciata.<br />

Aveva deciso di farlo e di farlo in fretta, di affrontarlo,<br />

perché non si può vivere nell’attesa che l’altro prima o<br />

poi ci svegli nel mezzo della nottata per dirci ciò che non<br />

può più tacere, che gli toglie il sonno. Aveva deciso di af-<br />

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frontarlo. Invece la sua voce si impantanò. I suoi occhi<br />

restarono bassi. La sua mano continuò a rimestare senza<br />

senso la minestrina in brodo. Un rimestare simile a quello<br />

con cui anni addietro suo padre le aveva comunicato che<br />

il peggio era passato, ma meno lucido. Parole spezzate.<br />

Monosillabi. Cifre. Frasi straniere. Un sottile ed inconfessato<br />

desiderio di incomunicabilità.<br />

– E mangia, cazzo! – sbottò l’uomo spazientito.<br />

Allora sollevarono gli occhi e si guardarono.<br />

– Cosa hai detto?<br />

– Ho detto che dovresti mangiare, come si fa sennò, su,<br />

mangia almeno un pochino.<br />

Bianca cominciò a piangere maledicendo se stessa per il<br />

cedimento perché le lacrime sono di chi piange e piangendo<br />

prepara il terreno alla stagione nuova. Pianse in un silenzio<br />

crudele, un ragno enorme che li stava divorando<br />

entrambi, pianse sul brodo per cinque minuti, senza singhiozzi,<br />

con una maschera di dispiacere che ne trasfigurava<br />

i tratti. Pianse silenziosa rigirando una pastina senza<br />

più significato.<br />

Dopo un po’ Rosario fece il giro del tavolo, le prese il<br />

piatto da sotto e si avviò verso la cucina; nel varcarne la soglia<br />

rallentò e si voltò a osservarla. Immobile, di spalle, la<br />

donna stazionava decimetri e decimetri lontana. Arrivato<br />

all’acquaio si poggiò al muro stizzito. Avrebbe dovuto stare<br />

più attento la prossima volta, avrebbe dovuto stare più<br />

attento pensò mandando giù il brodo con lacrime e tutto.<br />

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