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Creaturine - Sardegna Cultura

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che seguì tutti distinsero con chiarezza l’eco di un trattore<br />

debordato dal futuro. Nicola sollevò il capo per istinto.<br />

Nel silenzio che seguì le bestie rimasero a guardarlo come<br />

belle sordomute. Nicola sollevò il capo ma non udì più<br />

nulla. Si guardò intorno: l’esilio era un miracolo tutto verde<br />

che risuonava come metallo vivo tra gli ingranaggi dell’erba.<br />

Ascoltò lo sfregare della vita in cammino, la luna<br />

spostarsi in cielo con tutto il suo marchingegno, ascoltò la<br />

sua pace così vuota ed irreale, così priva di tutto da sembrargli<br />

inaspettatamente compagna, ascoltò e guardò ogni<br />

cosa con lo sguardo colmo e le mani addormentate, sinché<br />

ogni cosa non si addormentò davanti a lui e nel sonno<br />

delle cose il mondo assunse i contorni da cartapesta di cui<br />

sembrava ora fatta quella sua foresta dove gli alberi non<br />

camminavano più, non si pettinavano, non lavoravano<br />

per il paesaggio ma finalmente riposavano, dove le cornee<br />

dei suoi occhi lampeggiavano come bianco d’uovo nell’oscurità<br />

e le sue pupille d’acqua estiva vedevano il sorgere<br />

dei sogni sui volti delle pecore lasciandolo incantato, con<br />

la donnola in braccio, a guardare le figure ed i colori rovesciarsi<br />

e spargersi dappertutto ruscellando liberi verso<br />

mille direzioni esplodendo e riesplodendo come supernove<br />

tra i ciuffi di quelle zazzere disordinate sotto le quali<br />

si nascondevano le loro fronti di bambine.<br />

186<br />

PARTE TERZA

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