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Creaturine - Sardegna Cultura

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Quando Rosario arrivò nei pressi della spiaggia era già<br />

notte fonda.<br />

Arrivò nei pressi della spiaggia a notte fonda. Si sdraiò<br />

esausto tra l’elicriso. Affondò il viso nel terreno imbrattandosi<br />

le ciglia di sabbia bagnata. Lo risollevò per guardare<br />

il mare. Il mare respirava senza volto. Solo si udiva il<br />

frangersi delle mille onde sulle conchiglie. Rosario cercò<br />

di fissare un punto lontano, una seppur vaga linea d’orizzonte.<br />

Ma nessun orizzonte si rendeva più visibile. Guardò<br />

in alto, allora, dove le nuvole smaltivano la loro sbornia<br />

d’acqua vomitando residui piovaschi sui cespugli. Andò<br />

verso la battigia. Il mare gli bagnò le gambe ed egli ne fu<br />

felice, ne prese un po’ e si deterse il viso di quella bontà<br />

salata. Pesci sonnambuli si imbatterono nei suoi calzoni.<br />

Tronchi alla deriva transitavano senza fermarsi. Non si<br />

sentiva mortificato o stanco, solo spento, disabitato. Poteva<br />

udire il vuoto risuonare nel suo corpo spoglio come<br />

le stanze di un appartamento disadorno, senza lampadari,<br />

senza festoni nelle vene. Da remote lontananze giunse<br />

il suono della sirena di un’invisibile motonave che invisibile<br />

percorse l’intero spazio della sua mente. Guardava il<br />

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