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Creaturine - Sardegna Cultura

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custode della cosa più preziosa dell’altro, ma tu ritorna<br />

presto.”<br />

Quello stesso mattino, mentre trasferiva da una stanza<br />

all’altra un candeliere moccicante, la ragazza scorse il padre<br />

intento a schiodare lo sbarramento alla finestra della<br />

sua camera da letto. Stette ferma alle sue spalle. Quando<br />

le tavole vennero giù la luce inondò la stanza con un’esplosione<br />

silenziosa. Le fiammelle furono travolte dal sole<br />

e divennero traslucide, il viso dell’uomo si trasformò,<br />

la ragazza rivide l’erba, il cielo, le siepi, i binari. Poco dopo,<br />

a tavola, affondando il cucchiaio nel brodo, suo padre<br />

le stava comunicando (ne era certa) che il peggio era<br />

passato.<br />

116<br />

4<br />

Demetrio Pes e sua figlia presero così a vivere la loro<br />

esistenza normale. Quando giunsero in città in quella<br />

giornata di neve vecchia erano da allora trascorsi sette anni.<br />

Solo all’interno del mercato si aveva un po’ di pace.<br />

Bianca precedeva il padre lungo i banchi della vendita<br />

ma nulla la entusiasmava. Passeggiava indolente e seccata<br />

per la giornata buttata via. Passò dritta davanti a tutto<br />

mentre suo padre si fermava a più riprese a contemplare<br />

polpi e calamari. Sopra i banchi della carne, appese in<br />

bella vista, facevano vetrina le teste delle mucche dalle<br />

rosse bave ghiacciate e l’aria era ammorbata dal fetore<br />

delle pozzanghere trasformate in latrine dagli avanzi di<br />

mattatoio. Cani vampiri si contendevano con ferocia filacci<br />

di sangue e quant’altro restava di membra snervate.<br />

Davvero non potevano scegliere giornata peggiore.<br />

– Sarà meglio tornarcene a Molafà, – fece l’uomo strizzandosi<br />

il naso congelato per rianimarlo.<br />

– Facciamo ancora un giro, – rispose a bassa voce lei,<br />

la giovane Bianca delusa e rassegnata. – Ho bisogno di<br />

un po’ di filo, faremo presto.<br />

Il cielo si fece ancora più scuro abbassandosi di vari<br />

metri e solo tra le undici e le dodici vennero fuori pochi<br />

raggi superstiti, il tempo necessario a illuminare un fune-<br />

117

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