05.06.2013 Views

Creaturine - Sardegna Cultura

Creaturine - Sardegna Cultura

Creaturine - Sardegna Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

“Sto bene” pensò Nicola sotto la nevicata. La neve cadeva<br />

ed egli si disse: – Io sto bene. – Lo disse a voce alta<br />

dal momento che non vi era più ragione di tenere al chiuso<br />

i pensieri perché più semplice era offrirli all’inverno<br />

che discendeva su di lui posandosi sull’orfanotrofio, sul<br />

pane, sul piroscafo, sui galli dipinti sul suo corpo. Aveva<br />

la bisaccia piena di frutti. Una ricchezza in nocciole sufficiente<br />

per almeno sette giorni. Raggiunse una grotta, un<br />

marsupio accogliente e riparato sopra il ventre della montagna.<br />

Entrò e sprofondò tra il pelo degli animali. Le bestie<br />

non s’opposero. Guardavano di fuori la neve scendere.<br />

Aprì il suo libro, il libro trovato, e gli comparve il mare.<br />

I colori della tavola ancora resistevano al calare dell’oscurità.<br />

Guardò Gulliver trainare cinquanta vascelli con<br />

le corde, passò un dito sulle onde, passò un dito sulle vele<br />

e sui fasciami, passò un dito sugli occhiali del naufrago.<br />

Poi lesse. Lesse piano a Omicidio e Gesucristo che s’addormentarono.<br />

Continuò a leggere e anche quando il cielo<br />

si spense la storia proseguì e la sua voce non smise di<br />

diffondersi descrivendo isole, giardini lontani, viaggi,<br />

lacchè e paesi fantastici. Poi il ragazzo chiuse gli occhi e<br />

s’addormentò. S’addormentò tra le sue pecore e il ronzio<br />

della nevicata. – Buonanotte ragazzo, – udì, – dormi bene.<br />

– Tentò di sollevare le palpebre senza riuscirvi, ma era<br />

certo che Gesucristo gli avesse parlato. – Buonanotte ragazzo,<br />

– udì ancora e questa volta doveva essere Omicidio.<br />

– Buonanotte a voi, – rispose ad occhi chiusi.<br />

176<br />

15<br />

Dicono che ognuno porti con sé le figurine del proprio<br />

destino, anche il più prossimo. Quando Nicola le sfilò dal<br />

taschino la prima immagine che gli apparve fu una donnola<br />

ferma sulla neve celeste, una semplice e stropicciata<br />

figurina di donnola fuori dalla sua grotta. Nicola si soffermò<br />

su quegli occhi irrequieti ma dolci, sul pelo bruno e<br />

odoroso di muschio. Così la tenne, la pose in mezzo al libro<br />

ed uscì.<br />

Appena fuori dalla grotta l’animale lo fissò. I suoi occhi<br />

erano certamente irrequieti ma dolci. Il corpo sottile. Il<br />

pelo odoroso di muschio. Nicola si fermò ad osservarla.<br />

Le pecore gli stavano accanto. Stettero fermi in quattro<br />

nel chiarore dell’alba già cominciata. Celesti le pecore, celeste<br />

la neve, vagamente celeste persino il manto bruno<br />

della bestiola. Nicola pose la sua mano disegnata sulla neve<br />

e l’animale non si mosse, sollevò invece lo sguardo e<br />

guardò lontano. Giù a valle gli agrifogli perdevano sangue.<br />

Bacche rosse a decine si stagliavano sul verde cupo<br />

della foresta dove s’era allontanata Eterna.<br />

– Chi sei? – chiese il giovane.<br />

La bestia seguitò a guardare lontano, nei suoi occhi memorie<br />

imperscrutabili di paure, di esilii, di notti all’addiaccio.<br />

177

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!