Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
[44]<br />
Si noti che questi due tronchi “rampollano probabilmente da una radice<br />
comune a noi sconosciuta” (B 61).<br />
[45]<br />
Per `funzione', Kant intende “l'unità dell'atto che ordina diverse<br />
rappresentazioni sotto una rappresentazione unica” (B 105).<br />
[46]<br />
Per esempio, in B 93, scrive di due fonti: “La nostra conoscenza<br />
scaturisce da due fonti principali dello spirito, la prima delle quali è la<br />
facoltà di ricevere rappresentazioni (la recettività delle impressioni), la<br />
seconda quella di conoscere un oggetto mediante queste rappresentazioni<br />
(spontaneità dei concetti). In altre parti si legge: "Vi sono dunque tre fonti<br />
originarie (attitudini o facoltà dell'anima), che contengono le condizioni<br />
<strong>della</strong> possibilità di ogni esperienza, e che non possono venir derivate da<br />
nessun'altra facoltà dello spirito, e cioè il senso, l'immaginazione e<br />
l'appercezione” (A 130, n. 1). Si potrebbe pensare che almeno all'interno<br />
<strong>della</strong> prima edizione <strong>della</strong> Critica vi sia una contraddizione (è solo<br />
nell'edizione del 1781 che esplicitamente si parla di tre fonti, nell'edizione<br />
del 1787 vi è solo un marginale accenno al numero 3 (B 174)). Si potrebbe,<br />
quindi, sostenre che la revisione del testo del 1781, abbia comportato la<br />
rimozione <strong>della</strong> contraddizione. Ma come spiegare che anche nella seconda<br />
edizione del 1787, e sebbene non si parli esplicitamente di tre fonti (con<br />
l'eccezione del luogo citato), vi sia sempre la presenza fondamentale<br />
dell'immaginazione? In effetti, se la sensibilità è completamente distinta<br />
dall'intelletto, così non accade per l'immaginazione: immaginazione e<br />
intelletto sono entrambi spontanei e questo li omogeneizza permettendo di<br />
pensare l'intelletto vero e proprio come la facoltà <strong>della</strong> sintesi categoriale e<br />
l'immaginazione come una facoltà, sempre sintetica, dell'intelletto che<br />
consente l'attuazione del compito delle categorie attraverso gli schemi.<br />
Quindi, quando si parla di fonti <strong>della</strong> conoscenza in prima approssimazione<br />
ci si può limitare alla sensibilità e all'intelletto, ma non appena si entra in<br />
un'analisi più dettagliata si deve considerare anche l'immaginazione quale<br />
medio che collega le prime due.<br />
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