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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

Dunque, l'Io penso è l'unità <strong>della</strong> coscienza, ossia come spazio e tempo sono le<br />

condizioni per la possibilità di ogni intuizione empirica, così ogni molteplice delle<br />

intuizioni<br />

“sottostà alle condizioni <strong>della</strong> unità sintetica dell'appercezione. Tutte le molteplici<br />

rappresentazioni dell'intuizione sono soggette al primo, al secondo in quanto devono essere<br />

unificate in una coscienza; perché senza di ciò niente può essere pensato e conosciuto,<br />

perché le rappresentazioni date non avrebbero comune l'atto appercettivo Io penso, e non<br />

sarebbero perciò mai unificate in una autocoscienza” (B 135).<br />

Così, il problema <strong>della</strong> Critica è risolto, infatti alla domanda "Come è possibile che<br />

le condizioni soggettive del pensiero abbiano validità oggettiva?", Kant risponde grazie<br />

all'idea di unità dell'appercezione trascendentale.<br />

Ora l'appercezione trascendentale deve accompagnare ogni rappresentazione, perché,<br />

se così non fosse, in noi verrebbe rappresentato qualcosa che non potrebbe essere<br />

pensato. Si ricordi, infatti, che attraverso le categorie l'oggetto è pensato, mentre<br />

attraverso le intuizioni empiriche è dato. Ed è conosciuto solo quando vi sono entrambe<br />

le componenti, per cui se mancasse la componente intellettuale, avremmo una prima<br />

rappresentazione dell'oggetto che però non darebbe luogo alla sua conoscenza in quanto<br />

mancherebbe la componente intellettuale che lo sintetizza. E' per questo che ogni<br />

rappresentazione che sia conoscenza deve essere accompagnata dall'idea di unità<br />

dell'appercezione trascendentale.<br />

Sebbene l'appercezione trascendentale accompagni tutte le rappresentazioni,<br />

essa, essendo il vertice <strong>della</strong> piramide gnoseologica, non può essere accompagnata da<br />

nulla. Inoltre essa è identica e una in ogni coscienza: solo così si salva l'univocità e<br />

l'oggettività <strong>della</strong> conoscenza. Questa unità <strong>della</strong> coscienza, Kant la chiama “unità<br />

trascendentale dell'autocoscienza”. [ 101 ]<br />

Si è visto che l'appercezione trascendentale, nell'accompagnare tutte le<br />

rappresentazioni, le sintetizza, e noi siamo coscienti di tale sintetizzazione.<br />

Infatti, l'unità <strong>della</strong> coscienza è<br />

1. o sintetica, ma in tal caso dovrebbe presupporre qualcosa di<br />

superiore, dal momento che ogni sintesi presuppone un'unificazione;<br />

2. o analitica, ma così intesa non potrebbe dare luogo all'intero<br />

impianto gnoseologico, basato sulla possibilità di sintetizzare.<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 86

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