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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

279). La seconda caratteristiche è che essi possono essere pensati ma non<br />

conosciuti. Per quanto riguarda tale differenza, ecco quanto afferma Kant:<br />

“Per conoscere un oggetto si richiede che io possa provare la sua possibilità<br />

(sia per il testimonio dell'esperienza <strong>della</strong> sua realtà, sia a priori per mezzo<br />

<strong>della</strong> ragione). Ma io posso pensare ciò che voglio, alla sola condizione di<br />

non contraddire me stesso, cioè quando il mio concetto è solo un pensiero<br />

possibile, sebbene io non possa stabilire punto se, nel complesso di tutte le<br />

possibilità, gli corrisponda o no un oggetto” (B 26, n.1; cfr. B 141). Quindi,<br />

conosco solo attraverso la categorizzazione intellettuale e solo ciò che può<br />

essere oggetto di intuizione. Quando manca l'intuizione, mancando una delle<br />

componenti essenziali per una conoscenza completa, posso solo pensare.<br />

Dunque, i noumeni (ma anche i puri concetti dell'intelletto) non possono<br />

essere conosciuti, perché di loro non possiamo avere intuizione, però<br />

possono essere pensati in quanto oggetti non contradditori. Tuttavia, si<br />

osservi che Kant ritiene necessaria la possibilità di pensarli: “noi dobbiamo<br />

dunque pensare un essere immateriale, un mondo intelligibile ed un Essere<br />

supremo fra tutti (puri noumeni), perché la ragione soltanto in questi, come<br />

cose in sé trova completezza e appagamento” (P 123). Per concludere, si<br />

noti che in Kant vi sono almeno due facce del termine pensare: una, appena<br />

vista, legata alla possibilità non-conoscitiva di trattare in un qualche modo<br />

i noumeni; l'altra, più canonica, intesa come funzione intellettuale volta alla<br />

conoscenza dell'oggetto: “ai sensi tocca di intuire, all'intelletto, di pensare.<br />

Ma pensare è: unire delle rappresentazioni in una coscienza” (P 63). Tra<br />

l'altro, sarà proprio questa funzione che, una volta esplicitata, gli permetterà,<br />

come vedremo, di trovare il "filo conduttore" per la Deduzione metafisica<br />

delle categorie. Riassumendo:<br />

oggetti trascendentali:<br />

1. metafisici (anima, mondo, Dio);<br />

2. ontologici (noumeni).<br />

caratteristiche:<br />

a. possono essere pensati ma non conosciuti;<br />

b. di loro si parla in termini di problematicità.<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 105

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