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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

debole - deve presupporre a priori, il principio sintetico puro associato alla categoria di<br />

qualità.<br />

Il secondo gruppo, quello delle Analogie <strong>della</strong> percezione, ha come principo: “in tutti<br />

i fenomeni il reale che è oggetto <strong>della</strong> sensazione ha qualità intensiva, cioè un grado”<br />

(B 183). Questo ci dice come la categoria di qualità, una volta resa funzionante dallo<br />

schema <strong>della</strong> gradazione, ci renda possibile percepire un grado <strong>della</strong> sensazione. Tutto<br />

ciò, nuovamente, non significa che le cose in sé abbiano una qualità secondaria, [ 107 ]<br />

quanto che noi, percependole, presupponiamo di sentire un grado di una qualità<br />

secondaria. Naturalmente, non è neppure che questa presupposizione ci dica l'effettiva<br />

gradualità <strong>della</strong> sensazione, quanto la necessità e l'universalità del fatto che il nostro<br />

percepire abbia un grado. Il grado specifico è soggettivo e caso mai è declinato dai<br />

giudizi percettivi. [ 108 ] Ma questi sono permessi solo dal principio sintetico a priori<br />

legato alla categoria di qualità.<br />

Questo principio, come Kant sottolinea nei Prolegomeni (P 65-66), consente anche la<br />

seconda applicazione <strong>della</strong> matematica all'esperienza. La prima era quella del principio<br />

precedente, il quale assicurava una mathesis estensorum, questa seconda invece assicura<br />

un mathesis intensorum.<br />

E' così, dunque, annullata la differenza fra qualità primarie e secondarie? No di certo.<br />

Infatti, prima di tutto, le qualità primarie hanno a che fare con gli assiomi<br />

dell'intuizione, mentre quelle secondarie con le anticipazioni <strong>della</strong> percezione. Poi,<br />

anche se le qualità secondarie sono garantite da una sorta di matematizzazione, questa è<br />

però ben diversa dalla prima, la prima è estensiva e questa è intensiva: lì le grandezze<br />

potevano essere sommate algebricamente e in modo dicreto, qui no; qui le qualità<br />

possono o crescere o descresce fino ad annullarsi (quando il grado è eguale a zero) e<br />

sempre in modo continuo. [ 109 ]<br />

In realtà, che le quantità estensive si possano sommare algebricamente in modo<br />

discontinuo non significa affatto che i fenomeni di cui si ha intuizione fluiscano nel<br />

tempo in modo discontinuo. Infatti, anche dei fenomeni si ha una intuizione continua<br />

nel tempo e questa continuità, come quella delle quantità intensive è, ripetiamolo, non<br />

dovuta all'intuizione singola, ma alla sintesi dell'immaginazione che le connette nel<br />

tempo. [ 110 ] Tuttavia, nel caso <strong>della</strong> somma algebrica discreta non è che non agisca la<br />

sintesi dell'immaginazione, solo che questa sintesi è continuamente “sempre tralasciata<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 89

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