Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
[1] A. Rocco, Esercitazioni filosofiche, un testo annotato da Galilei e ora pubblicato con<br />
le postille in Galilei, Opere, 1890-1909, vol. VII p. 611.<br />
[2] Vedi infra § 5.2.<br />
[3]<br />
“Stimo che tolti via gli orecchi, le lingue e i nasi restino bene le figure, i<br />
numeri e i moti, ma non già gli odori, né i sapori, ne i suoni, li quali fuor<br />
dall'animale vivente non credo che sieno altro che nomi, come a punto altro<br />
che nome non è il solletico e la titillazione, rimosse le ascelle e la pelle<br />
intorno al naso” (Galilei, 1623, p. 350).<br />
[4]<br />
Andrebbe ricordato a questo proposito il notevole contributo offerto da<br />
Galileo alla rottura del "tabù del naturale", come lo chiama Lenoble, cioè la<br />
convinzione che la realtà naturale, anche se imperfetta, fosse comunque<br />
indiscutibilmente più attendibile di quella artificialemente modificata; su<br />
questo tema cfr. Lenoble, 1957.<br />
[5]<br />
G. Galilei, "Lettera a Fortunio Liceti" in Opere, vol. XVIII, p. 249.<br />
[6]<br />
G. Galilei, Postille a Iulii Caesaris La Galla, De phenomenis in orbe<br />
lunae novi telescopii usu nunc iterum suscitatis, in Opere, vol. III, pp. 397-<br />
398.<br />
[7]<br />
Un passo, tra i molti possibili, in cui Cartesio spiega il ruolo del lume<br />
naturale nella definizione <strong>della</strong> possibilità di cogliere la verità è nel<br />
commento alla terza regola: “si esamineranno qui tutti gli atti del nostro<br />
intelletto, attraverso i quali possiamo giungere alla conoscenza delle cose<br />
senza alcuna tema di errore: e due soltanto sono gli atti ammessi, l'intuito e<br />
la deduzione. Per intuito intendo non la mutevole certezza dei sensi e il<br />
giudizio fallace di un'immaginazione che compone male il proprio oggetto,<br />
bensì la concezione di uno spirito puro e attento, concezione così facile e<br />
così distinta che non resti proprio alcun dubbio intorno a ciò che<br />
comprendiamo; ossia, che è poi la stessa cosa, la concezione sicura di uno<br />
spirito puro e attento che nasce dal solo lume <strong>della</strong> ragione” (Cartesio,<br />
1628, p. 53).<br />
[8]<br />
“Riguardo poi all'analisi degli antichi e all'algebra dei moderni, a<br />
prescindere dal fatto che si occupano di cose astrattissime e che non<br />
sembrano di alcuna utilità, la prima è sempre così legata alla considerazione<br />
CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 52