Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
passaggiare” (Objectiones et Responsiones, 1640-42 , trad. it. in Cartesio,<br />
Opere, p. 321).<br />
[14]<br />
Nei Principia così ribadisce la definizione di chiarezza e distinzione<br />
“Chiamo chiara la percezione presente e manifesta allo spirito che vi rivolge<br />
l'attenzione: come diciamo di vedere chiaramente cose che sono presenti<br />
all'occhio che le fissa, muovendolo abbastanza apertamente e fortemente.<br />
Chiamo, invece, distinta quella percezione che, essendo chiara, è separata da<br />
tutte le altre, e precisa così da contenere nient'altro se non ciò che è chiaro”<br />
(Cartesio, 1644, I, XLV, p. 620).<br />
[15]<br />
“Noi non conosciamo i corpi con l'immaginazione o coi sensi, ma solo<br />
con l'intelletto che è in noi, e che perciò non li conosciamo perché li<br />
vediamo o tocchiamo ma solo perché li concepiamo col pensiero” (Cartesio,<br />
1641, p. 211).<br />
[16]<br />
“Dio è la prima causa del movimento: e conserva sempre la stessa<br />
quantità di movimento nell'universo. Osservata così la natura del<br />
movimento, è necessario considerarne la causa, che è duplice: in primo<br />
luogo quella primaria e universale che è la causa generale di tutti i<br />
movimenti che sono nel mondo; e, poi, la particolare per la quale avviene<br />
che le singole parti <strong>della</strong> materia acquistino il movimento che prima non<br />
avevano. Per quel che riguarda la causa generale, a me sembra chiaro che<br />
essa non è altro che Dio stesso il quale, al principio, ha creato la materia<br />
insieme al movimento e alla quiete, e ora per il suo concorso ordinario<br />
conserva tanto il movimento ordinario che la quiete in tutta la materia<br />
quanto allora ve ne ha posto. Infatti, sebbene quel movimento nella materia<br />
mossa non sia altro che un modo di essa, ha tuttavia una quantità certa e<br />
determinata che, come facilmente intendiamo, può essere sempre la stessa<br />
nella generalità delle cose, anche se cambia nelle sue singole parti”<br />
(Cartesio, 1644, II, XXXVI, pp. 657-8).<br />
[17] E' quella che viene chiamata ipotesi annichilatoria: “Per comprendere<br />
quel che intendo per potere conoscitivo, dobbiamo ricordare e concedere<br />
che nella nostra mente si trovano in cntinuazione certe immagini o concetti<br />
delle cose a noi esterne, in modo tale che, se un uomo potesse sopravvivere<br />
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