Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
percepisce (Ivi, § 90; Berkeley 1713, pp. 77-8 e 94-5). L'immaterialismo berkeleyano<br />
nega l'esistenza di una sostanza indipendente ma non nega affatto che esista una realtà<br />
<strong>della</strong> quale possiamo avere conoscenza, anche se questa conoscenza, come vedremo,<br />
non è una conoscenza necessaria.<br />
Si apre a questo punto l'ormai classico problema <strong>della</strong> dimostrazione di un mondo<br />
esterno all'intelletto, posto che abbiamo accesso solo a percezioni che altro non sono se<br />
non nostre modificazioni. Esiste un mondo esterno base delle nostre sensazioni?<br />
La risposta lockiana appare subito impraticabile. E' evidente infatti che la definizione<br />
berkeleyana del soggetto e dell'idea, strettamente connessi nell'atto percettivo, non<br />
rende più possibile distinguere qualità primarie e secondarie.<br />
<strong>Lo</strong> spirito conoscente ha quindi percezione di idee e non di cose, l'unico essere che<br />
possiamo cogliere e attestare è l'essere percepito (Berkeley, 1710, § 90). Ma poiché<br />
l'esperienza non ci offre mai connessioni necessarie, né possiamo distinguere nelle<br />
nostre percezioni qualcosa di indipendendente dal nostro percepire, su tutto l'essere cala<br />
una insormontabile contingenza e una irriducibile l'arbitrarietà. Solo Dio, per Berkeley,<br />
è in condizione di garantire quella stabilità delle percezioni che la nostra abitudine<br />
ritiene proprietà oggettiva delle cose, ma che a ben vedere altro non è che una<br />
consuetudine psicologica ingiustificabile se non per l'intervento divino. (Ivi, §§ 30-31).<br />
Quindi la fisica non può essere una scienza deduttiva che parte da principi necessari e<br />
universali, ma è una conoscenza induttiva che risale a regole non necessarie, la cui<br />
uniformità e stabilità si basa sulla supposizione che Dio le abbia fatte tali, anche se Dio<br />
- essendo potenza infinita - può cambiarle a suo piacimento (Ivi, § 107; Berkeley 1713,<br />
p. 96).<br />
Quindi il compito del fisico è quello di cercare di riottenere quelle associazioni non<br />
necessarie stabilite da Dio fra le idee. Non il meccanicismo cartesiano ma la libera<br />
volontà di Dio legalizza le associazioni stabili fra idee permettendo di arrivare a una<br />
conoscenza sicura. L'oggettività <strong>della</strong> nostra conoscenza percettiva, cioè delle idee<br />
derivanti dalla percezione, è garantita da Dio:<br />
“E' tuttavia questo funzionamento coerente ed uniforme che mostra con tanta evidenza la<br />
bontà e la saggezza di quello Spirito reggitore la volontà del quale costituisce le leggi di<br />
natura, invece di guidare verso Lui il nostro pensiero, lo fa vagabondare in cerca di cause<br />
seconde. Infatti quando ci accorgiamo che certe idee del senso sono seguite costantemente<br />
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