Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
matematiche sono diverse da quelle empiriche o da quelle <strong>della</strong> filosofia<br />
naturale perché mentre “la conoscenza filosofica è conoscenza razionale per<br />
concetti, la matematica per costruzione di concetti. Ora, costruire un<br />
concetto significa: esporre a priori un'intuizione ad esso corrispondente. Per<br />
costruzione di un concetto si richiede dunque un'intuizione non empirica,<br />
che per conseguenza, in quanto intuizione, è un oggetto singolo, ma deve<br />
nondimeno, come costruzione d'un concetto (di una rappresentazione<br />
universale), esprimere nella rappresentazione qualche cosa che valga<br />
universalmente per tutte le intuizioni possibili, appartenenti allo stesso<br />
concetto. Così io costruisco un triangolo, rappresentandolo come un oggetto<br />
corrispondente a questo concetto mercè la semplice immaginazione nella<br />
intuizione pura o, secondo questa, anche sulla carta, nella intuizione<br />
empirica, ma ambedue le volte del tutto a priori, senza averne tolto il<br />
modello da nessuna esperienza. La singola figura descritta è empirica, e<br />
nondimeno serve ad esprimere il concetto senza pregiudizio <strong>della</strong> sua<br />
universalità, poiché in questa intuizione empirica si guarda sempre<br />
all'operazione <strong>della</strong> costruzione del concetto, cui molte determinazioni, per<br />
es., <strong>della</strong> grandezza, dei dati e degli angoli, sono affatto indifferenti, e però<br />
si astrae da queste differenze, che non mutano il concetto di triangolo” (B<br />
551-552). Ogni conoscenza umana si deve riferire a intuizioni: se si riferisce<br />
a intuizioni pure si ha la conoscenza costruttiva <strong>della</strong> matematica, se si<br />
riferisce a intuizioni empiriche si ha la conoscenza discorsiva <strong>della</strong> filosofia<br />
o <strong>della</strong> fisica (cfr. B 555).<br />
[<br />
80]Kant nella Critica parla esplicitamente di Deduzione metafisica solo una<br />
volta e all'interno <strong>della</strong> Deduzione trascendentale: “Nella Deduzione<br />
metafisica l'origine a priori delle categorie è stata dimostrata mediante il<br />
loro perfetto accordo con le funzioni logiche generali del pensiero” (B 150).<br />
Cercare la tavola in modo sistematico e completo comporta, per Kant, anche<br />
ovviare alla rapsodicità e incompletezza di molti tentativi analoghi,<br />
segnatamente quello di Aristotele: “Ricercare questi concetti fondamentali [i<br />
concetti puri dell'intelletto] era un'impresa degna di quella mente acuta di<br />
Aristotele. Ma non avendo nessun principio, Aristotele li raccolse<br />
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