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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

all'infuori delle percezioni, ne segue che possiamo osservare un'unione o relazione di causa<br />

ed effetto tra differenti percezioni, ma mai tra percezioni ed oggetti: è, quindi, impossibile<br />

che dall'esistenza o da alcune qualità delle prime possiamo venire a una conclusione<br />

riguardo l'esistenza dei secondi, e soddisfare la nostra ragione su questo punto” (Ivi, I, IV,<br />

2, p. 225).<br />

Una tale posizione potrebbe benissimo sconfinare nell'immaterialismo, che però non<br />

è l'approdo a cui guarda il filosofo scozzese. E' vano chiedersi se i corpi esistano o no,<br />

ma<br />

“possiamo ben chiederci quali siano le cause che c'inducono a credere all'esistenza dei<br />

corpi” (Ivi, I, IV, 2, p. 201).<br />

Anche in questo caso è una fede che, per Hume, permette di affermare l'esistenza dei<br />

corpi come qualcosa di permanente anche quando non riceviamo alcuna impressione.<br />

7.4. L’empirismo contro se stesso<br />

L'empirismo ha consumato se stesso nella critica rigorosa di Hume. Quella che<br />

appariva come la filosofia più vicina alla scienza <strong>moderna</strong> ha mostrato di non poter<br />

fondare nemmeno la più semplice constatazione sensibile, quando su questa si voglia<br />

esercitare un qualsiasi legame razionale.<br />

Certo Hume non nega la possibilità di avere conoscenza dalle impressioni sensibili,<br />

nega però che su queste il nostro intelletto possa costruire, tramite una delle due<br />

accezioni del principio di causalità, un sapere necessario e universale.<br />

Non solo la metafisica, quindi, ma la stessa fisica diventa insignificante, se non per<br />

quella proiezione di regolarità che la nostra mente costantemente produce, ma che è<br />

troppo ritenere reale. Si badi bene che questo esito scettico non impedisce a Hume di<br />

credere alla positività <strong>della</strong> ricerca scientifica, né di fornire utili considerazioni sul<br />

metodo che essa deve tenere, come illustrano le otto regole del metodo per giudicare<br />

delle cause e degli effetti (Ivi, I, III, 15, pp. 187-190). Resta tuttavia l'implacabile<br />

attestazione di infondatezza del nesso di causa, <strong>della</strong> persistenza degli oggetti, <strong>della</strong><br />

esistenza di un mondo extramentale, raggiunta sulla base dei principi stessi<br />

delll'empirismo.<br />

Ma a questo proposito forse occorre ribadire una considerazione. Tutto il sistema<br />

critico humeano poggia sull'assunto che le idee distinte sono separabili. Poiché tutte le<br />

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