Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
'predicabile', o categorema', si intendeva il modo in cui un concetto poteva<br />
essere predicato di un soggetto, ma mai con 'predicabile' si intendeva<br />
'concetto derivato'.<br />
[65]<br />
E' assai interessante l'osservazione di Paton, secondo cui Kant usa<br />
abitualmente termini concreti invece che astratti per indicare concetti<br />
particolari. Ad es., parla di 'spazio in generale' invece di 'spazialità'; oppure<br />
di 'triangolo' invece di 'triangolarità'; ecc. Naturalmente, questo non deve<br />
portare a portare a pensare che il contenuto di un concetto sia un oggetto o<br />
un insieme di oggetti (cfr. Paton, 1936, Vol. I, pp. 193-194). Inoltre, nella<br />
Critica non vi è solo una teoria dei concetti puri, ma anche una teoria dei<br />
concetti razionali, ossia delle idee trascendentali <strong>della</strong> ragion pura, quindi "il<br />
concetto o è concetto empirico o puro; e il concetto puro, in quanto ha la sua<br />
origine unicamente nell'intelletto (non nella immagine pura <strong>della</strong><br />
sensibilità), dicesi notio. Un concetto derivante da nozioni, che sorpassi la<br />
possibilità dell'esperienza, è l'idea o concetto razionale. A chi si sia abituato<br />
una volta a questa distinzione, deve riuscir intollerabile sentir dire idea la<br />
rappresentazione del colore rosso. Essa non può dirsi nemmeno nozione<br />
(concetto intellettuale)" (B 303-304). “Come, adunque, l'intelletto avea<br />
bisogno delle categorie per l'esperienza, così la ragione contiene in sé il<br />
fondamento delle idee; e per idee io intendo concetti necessari, il cui oggetto<br />
tuttavia non può essere dato in alcuna esperienza” (P 92). Vi è quindi una<br />
grande differenza fra le idee <strong>della</strong> ragion pura, o concetti razionali (ossia<br />
'anima', 'mondo', 'Dio'), e le categorie, o concetti puri dell'intelletto.<br />
Soprattutto “io affermo che le idee trascendentali non sono mai d'uso<br />
costitutivo, sicché per mezzo di esse possano esser dati concetti di certi<br />
oggetti; e che, ove esse siano intese a questo modo, sono semplicemente<br />
concetti sofistici (dialettici). Ma, viceversa, hanno un uso regolativo<br />
eccellente e impreteribilmente necessario: quello di indirizzare l'intelletto a<br />
un certo scopo, in vista del quale le linee direttive di tutte le sue regole<br />
convengono in un punto; il quale, - sebbene non sia altro che un'idea (focus<br />
imaginarius), cioè un punto da cui realmente non muovono i concetti<br />
dell'intelletto, essendo esso affatto fuori dei limiti dell'esperienza possibile, -<br />
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