Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – Lo sviluppo della gnoseologia moderna trascendentali scolastici all'interno della sua dottrina delle categorie, però a prezzo di allontanarsi del tutto da come erano stati originariamente concepiti. [81] La tavola dei giudizi è la seguente (B 107-111): 1.Quantità dei giudizi 2. Qualità dei giudizi universali (il predicato si predica di tutto il soggetto); particolari (il predicato si predica solo di una parte del soggetto); singolari (il predicato si predica di un solo soggetto). 3. Relazione dei giudizi affermativi; categorici (sono i giudizi semplici esprimenti una relazione fra soggetto e predicato: "X èA"); negativi (la differenza fra affermativi e negativi è puramente formale, essendo entrambi forme dell'assensus); infiniti (sono quelli ove il predicato non appartiene alle caratteristiche del soggetto: 'il sole è buono'). ipotetici (sono giudizi composti esprimenti la relazione di principio e di conseguenza fra i giudizi componenti: "se X è A allora Y è B"); disgiuntivi (sono giudizi composti esprimenti la relazione della conoscenza divisa fra i giudizi componenti: "X è A, o B, o C"); 4.Modalità dei giudizi problematici (esprimono la possibilità logica); assertori (enunciano una realtà logica); apodittici (enunciano un giudizio assertorio determinato secondo le leggi dell'intelletto). CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 118
Giovanni Boniolo© 2003 – Lo sviluppo della gnoseologia moderna A proposito di questa tavola Cohen fa notare: “Le rappresentazioni, che vengono riferite l'una all'altra nel giudizio, formano il contenuto del giudizio. Il rapporto delle medesime con l'unità della coscienza fissa la forma del giudizio. La forma è quadruplice: Chiedo in primo luogo: quante rappresentazioni sono contenute nei giudizio? quantità del giudizio. Secondo: le rappresentazioni che ci stanno davanti nella loro quantità, si possono connettere in un'unità, oppure no? qualità del giudizio. Terzo: di che natura è il rapporto reciproco delle rappresentazioni connesse? ponendo l'una, è dato il porre oppure il non-porre dell'altra? relazione del giudizio. Quarto: che rapporto c'è tra l'intero giudizio e la nostra facoltà di conoscere? con quale valore di certezza è espresso il giudizio? qual è il 'valore della copula rispetto al pensiero in generale? modalità del giudizio” (Cohen, 1871, pp. 137-138). Cohen, nel passo citato, non fa altro che esplicitare quanto Kant aveva detto nella Logica (cfr. L 93-103). Inoltre, si noti che classicamente (ad es., in Aristotele) si distinguevano solo due forme della modalità: il contingente e il necessario. [82] De Vleeschauwer, 1934, pp. 210-250. Qui De Vleeschauwer indica anche le fonti da cui presumibilmente Kant ha tratto la sua tavola dei giudizi e come essa si differenzi da quanto effettivamente accettato. [83] Paton chiarisce che un concetto si può riferire a un oggetto in modo immediato, ma anche in modo mediato per mezzo di un altro concetto. In questo caso, il predicato-concetto si riferisce all'oggetto mediatamente per mezzo del soggetto-concetto che invece gli si riferisce immediatamente (Paton, 1936, Vol. I, pp. 252-253). [84] Kant, con “solo di rado siamo consapevoli”, vuole dire che l'immaginazione può agire anche senza che noi se ne sia consapevoli. [85] Per quanto riguarda l'edizione del 1787, questo è uno dei due passi in cui parla dell'immaginazione riproduttiva, un altro è il seguente: “Anche lo spazio e il tempo, per puri che questi concetti sieno di ogni elemento empirico, e per certo che sia altresì, che essi sono rappresentati nello spirito affatto a priori, sarebbero senza validità obbiettiva e senza senso né significato ove non se ne fosse mostrato l'uso necessario negli oggetti CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 119
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