Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
sua forma, ossia l'intuizione pura, anzi le intuizioni pure di spazio e di tempo che sono<br />
le condizioni pure a priori per la sua possibilità (B 65 e ss). [ 49 ]<br />
Ne segue che la sensazione pur essendo necessaria per la conoscenza empirica non è<br />
sufficiente in quanto deve essere integrata con l'intervento dell'intelletto: “sebbene ogni<br />
nostra conoscenza cominci con l'esperienza, non perciò deriva tutta dalla esperienza” (B<br />
40).<br />
A tal proposito, Kant sottolinea come si sia staccato dal modo classico di interpretare<br />
questa prima rappresentazione empirica dovuta all'intuizione empirica. In effetti, che la<br />
sensazione sia modificazione del senziente è un fatto accettato fin dai tempi di<br />
Aristotele, ma Kant rifiuta che a essa sia connessa una conoscenza imprecisa e oscura:<br />
“La dottrina, quindi, che tutta la nostra sensibilità non sia altro che una rappresentazione<br />
confusa delle cose, la quale contenga unicamente ciò che appartiene ad esse in se stesse, ma<br />
soltanto un ammasso di note e di rappresentazioni parziali, che noi non distinguiamo con la<br />
coscienza, è una falsificazione del concetto di sensibilità e di fenomeno, che rende tutta la<br />
dottrina inutile e vana. La differenza tra rappresentazione chiara ed oscura è semplicemente<br />
logica, e non concerne il contenuto” (B 84). [ 50 ]<br />
La differenza è altra:<br />
“Noi distinguiamo sempre, bensì, nei fenomeni ciò che essenzialmente appartiene alla loro<br />
intuizione, e vale per ogni senso umano in generale, da ciò che appartiene ad essa solo in<br />
modo accidentale, in quanto vale non in rapporto alla sensibilità in generale, ma per una<br />
particolare posizione od organizzazione di questo o di quel senso” (B 85).<br />
Quindi, la prima rappresentazione empirica, dovuta all'intuizione empirica, non è una<br />
rappresentazione confusa e oscura <strong>della</strong> cosa in sé, ma una rappresentazione ancora<br />
indeterminata dell'oggetto (B 65): l'oggetto non è ancora conosciuto in senso vero e<br />
proprio, ma soltanto dato. La conoscenza verrà quando su questa prima<br />
rappresentazione agirà l'apparato categoriale.<br />
Affrontiamo il secondo problema: da che cosa siamo modificati? Se noi non fossimo<br />
modificati da nulla, osserva Kant, “ne seguirebbe l'assurdo che ci sarebbe una apparenza<br />
senza qualche cosa che in esso appaia” (B 26). [ 51 ] Questo qualcosa è la cosa in sé. [ 52 ]<br />
Solo che<br />
“la causa non-sensibile di queste rappresentazioni ci è affatto sconosciuta, e però non<br />
possiamo intuirla come oggetto; giacché un simile oggetto non dovrebbe essere<br />
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