Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
A proposito di questa tavola Cohen fa notare: “Le rappresentazioni, che<br />
vengono riferite l'una all'altra nel giudizio, formano il contenuto del<br />
giudizio. Il rapporto delle medesime con l'unità <strong>della</strong> coscienza fissa la<br />
forma del giudizio. La forma è quadruplice: Chiedo in primo luogo: quante<br />
rappresentazioni sono contenute nei giudizio? quantità del giudizio.<br />
Secondo: le rappresentazioni che ci stanno davanti nella loro quantità, si<br />
possono connettere in un'unità, oppure no? qualità del giudizio. Terzo: di<br />
che natura è il rapporto reciproco delle rappresentazioni connesse? ponendo<br />
l'una, è dato il porre oppure il non-porre dell'altra? relazione del giudizio.<br />
Quarto: che rapporto c'è tra l'intero giudizio e la nostra facoltà di conoscere?<br />
con quale valore di certezza è espresso il giudizio? qual è il 'valore <strong>della</strong><br />
copula rispetto al pensiero in generale? modalità del giudizio” (Cohen,<br />
1871, pp. 137-138). Cohen, nel passo citato, non fa altro che esplicitare<br />
quanto Kant aveva detto nella <strong>Lo</strong>gica (cfr. L 93-103). Inoltre, si noti che<br />
classicamente (ad es., in Aristotele) si distinguevano solo due forme <strong>della</strong><br />
modalità: il contingente e il necessario.<br />
[82]<br />
De Vleeschauwer, 1934, pp. 210-250. Qui De Vleeschauwer indica<br />
anche le fonti da cui presumibilmente Kant ha tratto la sua tavola dei giudizi<br />
e come essa si differenzi da quanto effettivamente accettato.<br />
[83]<br />
Paton chiarisce che un concetto si può riferire a un oggetto in modo<br />
immediato, ma anche in modo mediato per mezzo di un altro concetto. In<br />
questo caso, il predicato-concetto si riferisce all'oggetto mediatamente per<br />
mezzo del soggetto-concetto che invece gli si riferisce immediatamente<br />
(Paton, 1936, Vol. I, pp. 252-253).<br />
[84]<br />
Kant, con “solo di rado siamo consapevoli”, vuole dire che<br />
l'immaginazione può agire anche senza che noi se ne sia consapevoli.<br />
[85]<br />
Per quanto riguarda l'edizione del 1787, questo è uno dei due passi in cui<br />
parla dell'immaginazione riproduttiva, un altro è il seguente: “Anche lo<br />
spazio e il tempo, per puri che questi concetti sieno di ogni elemento<br />
empirico, e per certo che sia altresì, che essi sono rappresentati nello spirito<br />
affatto a priori, sarebbero senza validità obbiettiva e senza senso né<br />
significato ove non se ne fosse mostrato l'uso necessario negli oggetti<br />
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