Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
nominalistica che si adatta perfettamente a questa concezione <strong>della</strong><br />
matematica.<br />
[28]<br />
D'ora in poi il testo di Hume citato, cioè il Trattato sulla natura umana,<br />
riporterà con un primo numero romano il libro, con il secondo romano la<br />
parte dell'opera, con un numero arabo la sezione, e infine precedute da p. il<br />
riferimento alle pagine dell'edizione italiana.<br />
[29]<br />
Si sta riferendo a Berkeley e ai Principi <strong>della</strong> conoscenza umana.<br />
[30] Cfr. § 8.2.<br />
[ 3 1] Su questi e altri aspetti dell'induzione cfr. Cap. 4 e 5 del testo a stampa.<br />
[32]<br />
La produzione scientifica di Leibniz, sempre ad alto livello, è difficile<br />
anche da riassumere, poiché si sviluppa dal calcolo differenziale alla lingua<br />
slava, dall'automazione del calcolo all'ingegneristica mineraria, dalla logica<br />
alla casuistica, dalla microbiologia allo studio dei flussi monetari, dalla<br />
metafisica alla teodicea, per non citare la sua inesauribile attività di<br />
consigliere politico, di giuridico e teologico. Non a caso, dalla composizione<br />
degli indici dell'Enciclopedia Einaudi, risulta il filosofo più citato, certo non<br />
solo per la varietà dei suoi interessi ma soprattutto per la precocità delle sue<br />
intuizioni.<br />
[33]<br />
L'opera rimase comunque inedita fino al 1765, data di pubblicazione di<br />
una prima edizione complessiva postuma delle opera di Leibniz ad opera di<br />
R.A.Raspe. Le citazioni del testo, come tutte le altre citazioni che<br />
seguiranno, rimandano all'edizione delle opere curata da C.I.Gehrardt Die<br />
philosophischen Scriften von G.W. Leibniz 1785-1890, e alla traduzione<br />
italiana parziale in Scritti filosofici, 2 voll., UTET, Torino 1967, alle cui<br />
pagine si farà riferimento anche per altre opere.<br />
[34]<br />
“Se Leibniz si limitasse a ricordare che la facoltà apparentemente<br />
ricettiva dell'anima acquista un contenuto, a patto di sviluppare una azione,<br />
la sua polemica, per quanto utile, non sarebbe così originale. In realtà il suo<br />
contrapporre al detto di tradizione aristotelica nihil est in intellectu quod<br />
pria non fuerit in sensu la riserva praeter intellectus ipse rivendica alla<br />
spontaneità <strong>della</strong> vita intellettuale l'intero contenuto <strong>della</strong> vita psichica [...]<br />
la virtualità leibniziana è, perciò, l'equivalente <strong>della</strong> coincidenza di una<br />
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