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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

d'esperienza, esigo anche che questo nesso sia soggetto ad una condizione<br />

tale che lo renda valido universalmente” (P 57-58).<br />

[76]<br />

In questo paragrafo c'è, quindi, anche una risposta a quanto aveva che<br />

aveva indicato nei Primi principi metafisici <strong>della</strong> scienza <strong>della</strong> natura, ossia<br />

alla necessità di una nuova definizione di giudizio: “quest'ultimo compito<br />

[come dunque l'esperienza sia possibile sia possibile solo ed esclusivamente<br />

per mezzo di quelle categorie (Kant, 1786, p. 44)] ha nel frattempo una<br />

grande importanza, benché senza di esso l'edificio stia saldo, e, come mi<br />

accorgo, ora, ha una facilità così grande che può essere quasi compiuto con<br />

una sola deduzione, partendo dalla definizione determinata esattamente di<br />

un giudizio in generale (di un'azione per mezzo <strong>della</strong> quale le<br />

rappresentazioni date diventano in primo luogo conoscenze esatte di un<br />

oggetto)” (Idem). Vale la pena sottolineare che Kant, in questa nota,<br />

distingue il dass dal wie, ossia il “che le categorie [...] non possono avere<br />

nessun'altra applicazione se non solo in relazione con gli oggetti<br />

dell'esperienza” (Ivi, p. 43), dal “come rendono possibili tali oggetti” (Idem).<br />

Il 'che' è relato alla Deduzione metafisica, il 'come' alla Deduzione<br />

trascendentale.<br />

[7 ]<br />

7 Sul 'mai' con cui inizia il passo non è d'accordo Barone, cfr. Barone,<br />

1964, Vol. I, p. 175.<br />

[ ]<br />

78 Ricordo che nei Prolegomeni per giudizi empirici intendeva sia quelli<br />

percettivi che quelli d'esperienza, mentre nella <strong>Lo</strong>gica non compare la<br />

formulazione 'giudizio empirico'.<br />

[ ]<br />

79 Per un altro esempio di passaggio da connessioni soggettive a giudizi<br />

empirici, cfr. B. 47-49. Si noti che quando si ha a che fare con la matematica<br />

le cose cambiano un po': “Non c'è altro via che o da concetti, o da intuizioni:<br />

ma queste o quelli o sono date a priori, o a posteriori. Gli ultimi, cioè i<br />

concetti empirici, al pari di ciò su cui si fondano, non possono darci dessuna<br />

proposizione sintetica che non sia semplicemente empirica, cioè<br />

proposizione d'esperienza, che quindi non può mai contenere né quella<br />

necessità, né quella universalità assoluta, che costituiscono il carattere di<br />

tutte le proposizioni <strong>della</strong> geometria” (B 87). Infatti, le conoscenze<br />

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