Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
Di tutto ciò rimane un enorme lavoro svolto ma un trascurabile risultato, Leibniz<br />
vivente. Anche in questo caso, come in molti altri, i semi del pensiero di Leibniz<br />
fruttificheranno solo molto dopo, come mostra lo <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> logica matematica, dal<br />
calcolo dei predicati alle logiche modali.<br />
Tra i risultati comunque ottenuti da questo consistente sforzo teorico rimangono la<br />
chiarificazione di alcuni concetti essenziali nel lavoro filosofico e strategici per<br />
comprendere l'uso che ne fece non solo Kant ma tutta la tradizione filosofica successiva.<br />
Per Leibniz è "possibile" tutto ciò che possiamo pensare senza contraddizione, [ 35 ]<br />
mentre "attuale" è ciò che non solo possiamo pensare ma anche esiste di fatto nella<br />
realtà. Il possibile è perfettamente definibile indipendentemente dalla sua esistenza, ma<br />
ciò non significa che dal piano logico <strong>della</strong> definizione si possa passare a quello<br />
ontologico dell'esistenza di fatto. L'esistenza, dunque, sul piano <strong>della</strong> pensabilità di un<br />
oggetto, non gli aggiunge nulla rispetto a quanto già sappiamo.<br />
Sempre sul principio di non contraddizione poggia la distinzione tra "verità di fatto"<br />
e "verità di ragione", a loro volta basate sulla distinzione tra necessario e contingente.<br />
"Necessario" è ciò negare il quale implica contraddizione, e sono tali le verità<br />
matematiche e logiche. Da qui la definizione di "verità di ragione", relativa ad asserti<br />
che implicano necessità e che Dio stesso, dal punto di vista del pensiero, non può<br />
negare.<br />
"Contingente", invece, è detto di ciò la cui negazione non implica contraddizione,<br />
come accade per qualunque azione, fatto, dato empirico, posto che avrebbe potuto<br />
essere diverso da come è stato, e ciò non sarebbe stato contraddittorio. Le "verità di<br />
fatto" concernono quindi la realtà empirica contingente e tutto ciò che è solo possibile e<br />
non necessario.<br />
Se per il mondo logico delle verità necessarie si deve ricorrere al principio di non<br />
contraddizione, nell'universo delle realtà fisiche si utilizza il principio di ragion<br />
sufficiente<br />
“in virtù del quale consideriamo che nessun fatto può essere vero o esistente e nessuna<br />
proposizione vera, senza che vi sia una ragione sufficiente perché sia così e non altrimenti,<br />
per quanto queste ragioni il più delle volte non possano esserci conosciute” ( Leibniz, 1714,<br />
§ 32, p. 288).<br />
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