Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
Ma i modi del tempo sono tre, come ci insegnano i tre schemi che applicano le<br />
categorie di relazione, e cioè: permanenza, successione e simultaneità. Quindi, avremo<br />
tre principi sintetici a priori che specificano, relativamente ai tre schemi e alle tre<br />
categorie correlate, il principio appena visto.<br />
La prima analogia è quella <strong>della</strong> permanenza <strong>della</strong> sostanza, secondo cui: “in ogni<br />
cangiamento dei fenomeni la sostanza permane, e la quantità di essa nella natura non<br />
aumenta né diminuisce” (B 195).<br />
Questo principio è la regola con la quale la categoria di inerenza e sussistenza, una<br />
volta resa applicabile con il corrispondente schema <strong>della</strong> permanenza del reale nel<br />
tempo, compie la sua funzione di sintesi del molteplice. Come si vede dall'enunciato del<br />
principio e da quello dello schema, vi è fra i due una forte correlazione, dal momento<br />
che ambedue sanciscono, seppur il primo come legge a priori <strong>della</strong> natura e l'altro come<br />
prodotto sintetizzante dell'immaginazione, che vi è qualcosa che permane nel<br />
tempo. [ 113 ]<br />
Nei fenomeni vi deve essere qualcosa che rimane immutata nel tempo per far sì che<br />
si possa parlare di successione e contemporaneità: questo qualcosa è la sostanza. Ora,<br />
l'apprensione del molteplice dell'intuizione coglie sempre il cambiamento. Per cui grazie<br />
a essa non possiamo mai sapere se quello che apprendiamo sia simultaneo o successivo<br />
se non avessimo la possibilità di raffrontarlo a qualcosa che non cambia. Ne segue che<br />
in ogni fenomeno vi è una sostanza (phaenomenon) che permane mentre ciò che muta,<br />
l'accidente, è solo legato a come queste sostanze esistono nel tempo.<br />
Questo non comporta che sostanza e accidente debbano essere interpretati<br />
realisticamente e dogmaticamente, bensì che, sempre in ossequio alla "rivoluzione<br />
copernicana", la permanenza <strong>della</strong> sostanza (e di conseguenza l'accidente) deve essere<br />
pensata come la condizione trascendentale per avere la possibilità di un'esperienza in<br />
cui i fenomeni cambiano.<br />
La seconda analogia è quella enunciata dal principio <strong>della</strong> serie temporale secondo la<br />
legge di causalità: “tutti i cangiamenti avvengono secondo la legge del nesso di causa e<br />
effetto” (B 201). [ 114 ]<br />
Siamo, dunque, in presenza del principio di causalità, il quale è una legge a priori<br />
<strong>della</strong> natura che comporta il rendere universale e necessaria la connessione fra<br />
rappresentazioni/causa e rappresentazioni/effetto. Connessione che avviene grazie alla<br />
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