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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

qualsiasi oggetto determinato, non ne possono definire alcuno e, per conseguenza, non<br />

hanno in sé valore di concetti oggettivi” (A 249-250).<br />

Dunque, non possiamo avere una definizione reale di categoria perché:<br />

1. stiamo analizzando le categorie come concetto e cioè indipendentemente<br />

dall'esperienza;<br />

2. ciò che dà realtà all'oggetto è l'intuizione sensibile tramite la sensazione;<br />

3. “I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetti sono<br />

cieche”. [ 58 ]<br />

Non è possibile fornire una "definizione reale" a qualcosa che, quando è considerata<br />

separatamente dall'intuizione sensibile, non contiene alcun elemento di realtà, “giacché<br />

il giuoco di prestigio per cui la possibilità logica del concetto (che non si contraddice) si<br />

fa apparire come possibilità trascendentale delle cose (in cui al concetto corrisponde un<br />

oggetto) può gabbare e contentare soltanto gli inesperti” (B 249).<br />

Ora, Kant, quando considera le categorie in senso puro, le considera come “concetti<br />

di un oggetto in generale” (B 129), ossia senza alcun specifico oggetto dato da sintesi di<br />

effettive e reali intuizioni sensibili. In questo senso, sono forme dell'esperienza in<br />

generale (cfr. B 224), che non possono darci alcuna conoscenza empirica:<br />

“E' cosa ben degna di nota, che noi non possiamo scorgere la possibilità di una cosa in base<br />

alla semplice categoria, ma dobbiamo sempre disporre di una intuizione per dimostrare in<br />

essa la realtà oggettiva del concetto puro dell'intelletto. Come 1) qualcosa possa esistere<br />

solo come soggetto, e non come semplice determinazione di un'altra cosa, cioè come possa<br />

esser sostanza; oppure come 2), pel fatto che qualcosa è, debba essere qualcos'altro, cioè<br />

come in generale qualcosa possa essere causa; ovvero 3) come, esistendo nelle altre e<br />

viceversa, e in tal modo possa aver luogo una reciprocità d'azione tra le sostanze; tutto ciò<br />

non si può ricavare da semplici concetti. Altrettanto vale anche delle altre categorie, per es.,<br />

come una cosa possa far tutt'uno con molte. Cioè essere una quantità, e via dicendo. Finché<br />

dunque manca l'intuizione, non si sa se colle categorie, venga pensato un oggetto qualsiasi,<br />

in generale; e per conseguenza si ha una conferma che esse, per se prese, non sono punto<br />

conoscenze, ma semplici forme del pensiero, per fare, di date intuizioni, conoscenze. -Da<br />

questo punto deriva altresì, che con semplici categorie non si può fare una proposizione<br />

sintetica” (B 238-239).<br />

Questo significa che le categorie non sono autosufficienti per la conoscenza<br />

dell'oggetto, in quanto necessita sempre l'intuizione empirica. Sono però la condizione<br />

per la conoscibilità dell'oggetto, sono le forme trascendentali che rendono possibile tale<br />

atto. Sebbene questa non sia una "definizione reale" di categoria può benissimo essere<br />

pensata come una sorta di "definizione trascendentale" - come la chiameremo - di<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 66

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