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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

facendo geometria, cioè lo spazio. Ancora più interessante notare che qui sono ancora<br />

ragioni epistemologiche a determinare, nella sua sostanza, la natura solo geometrica<br />

<strong>della</strong> res extensa. Ed è kantianamente interessante notare che del corpo, pur se percepito<br />

nell'idea, cioè intellettualmente, non possiamo non pensare se non la sola spazialità.<br />

Ma la fisica è fatta di corpi in movimento, ed è per questo che Cartesio è costretto a<br />

riutilzzare l'azione divina per giustificarla: Dio è la causa prima del movimento e <strong>della</strong><br />

sua conservazione. [ 16 ] Si può geometrizzare la materia ma non è altrettanto facile<br />

fondare i principi <strong>della</strong> fisica sulle caratteristiche conoscitive del soggetto, e Cartesio<br />

non vuole o forse non può farlo: lascia questa incombenza a Dio.<br />

3.3. La <strong>gnoseologia</strong> determina l’ontologia<br />

La posizione cartesiana diventa estremamente importante per cogliere la svolta che il<br />

problema <strong>della</strong> conoscenza compie nell'epoca <strong>moderna</strong>: la fondazione dell'ontologia<br />

sulla <strong>gnoseologia</strong> è infatti la cifra costitutiva <strong>della</strong> epistemologia <strong>moderna</strong>.<br />

Cartesio, proseguendo il cammino aperto da Galileo, rafforza il valore di matematica<br />

e geometria, che diventano modelli metodologici espliciti, generalizzati e giustificati<br />

nell'impiego che ne fa. Tuttavia quando spostandosi sulla res extensa Cartesio tenta una<br />

fondazione <strong>della</strong> fisica, essa gli riesce a metà, cioè solo per quanto attiene all'estensione,<br />

ma appunto la fisica non è la geometria. Come Galileo aveva impegnato l'azione divina<br />

nella matematizzazione <strong>della</strong> natura, così Cartesio la impegna nel conferimento del<br />

moto al mondo, per tralasciare la necessità del ricorso a Dio per giustificare la stessa<br />

conoscenza del mondo esterno da parte del soggetto.<br />

Colpisce la vastità delle funzioni attribuite al pensiero, ma va ricordato che in quella<br />

descrizione <strong>della</strong> res cogitans sta qualcosa che Cartesio non riuscirà mai a trattare<br />

compiutamente, e cioè la libertà umana, su cui si fonda la moralità. Il pensiero, in<br />

Cartesio, è ricerca <strong>della</strong> verità, crivello analitico, capacità sintetica, ma anche assenso,<br />

volontà, giudizio. Con chiarezza egli porta sul soggetto umano quella libertà che ha<br />

sottratto al mondo fisico, trasformato in macchina deterministica. Da qui prende avvvio<br />

la lunga storia <strong>della</strong> discussione sul dualismo cartesiano, che per molti aspetti non è<br />

ancora conclusa, se si considera, per esempio, l'ancor vivo dibattito sui rapporti corpomente<br />

e sull'intelligenza artificiale.<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 15

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