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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

Il punto d'avvio è senz'altro quello <strong>della</strong> Verbindung (ossia, come viene tradotto,<br />

dell'unificazione, <strong>della</strong> congiunzione, del legame) del molteplice. Questo atto sintetico<br />

non parte dai sensi e non è neppure contenuto nelle forme pure <strong>della</strong> sensibilità: è un<br />

atto <strong>della</strong> spontaneità dell'intelletto. Questo significa, si ricordi la "rivoluzione<br />

copernicana", che non possiamo rappresentarci nulla come unificato nell'oggetto senza<br />

averlo prima unificato in noi.<br />

Il concetto di unificazione implica:<br />

1. che vi sia un molteplice da unificare;<br />

2. che ci sia un momento sintetico;<br />

3. che ci sia l'idea di unità che precede la sintesi, giacché non può essere che<br />

quest'ultima preceda la prima.<br />

Ora, che ci sia un molteplice è vero, altrimenti non si avrebbe la parte materiale <strong>della</strong><br />

conoscenza. Pure che ci sia un momento sintetico è vero: è quello (synthesis speciosa)<br />

dovuto all'immaginazione, la quale, attraverso gli schemi, applica le categorie che sono,<br />

come sappiamo, funzione <strong>della</strong> sintesi del molteplice (synthesis intellectualis).<br />

Ciò comporta che 'sintesi' e 'unità', in senso qualitativo, non siano la stessa cosa: la<br />

prima presuppone la seconda, ma non viceversa. Il fatto che la sintesi sia presupposta<br />

da qualcosa significa che ci deve essere una rappresentazione dell'unità che è<br />

naturalmente diversa dalla categoria di 'unità' e questo per il semplice fatto che tutte le<br />

categorie, derivando dalle funzioni logiche del giudizio, presuppongono l'unità, essendo<br />

questa implicita proprio nei giudizi.<br />

Allora, bisogna andare a cercare questa 'unità' "più in alto" delle categorie: in un<br />

qualcosa che sia la possibilità delle categorie stesse. Questo qualcosa è l'appercezione<br />

trascendentale, o appercezione originaria, o Io penso:<br />

“Ogni conoscenza richiede un concetto, sia questo imperfetto e oscuro quanto si voglia; ma<br />

esso è sempre, per la sua forma, qualcosa di universale, e che serve da regola [...] Ma a<br />

fondamento di ogni necessità è sempre una condizione trascendentale. Ci dev'essere dunque<br />

un fondamento trascendentale dell'unità <strong>della</strong> coscienza nella sintesi del molteplice di tutte<br />

le nostre intuizioni; quindi anche dei concetti degli oggetti in generale, e per conseguenza<br />

altresì di tutti gli oggetti dell'esperienza; senza di che sarebbe impossibile pensare un<br />

qualsiasi oggetto per le nostre intuizioni; perché questo non è altro che quel qualcosa, di cui<br />

il concetto esprime una tale necessità <strong>della</strong> sintesi. Ora questa condizione originaria e<br />

trascendentale non è altro che l'Appercezione trascendentale” (A 656). [ 100 ]<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 85

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