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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

percezione in un soggetto pensante. Laddove i primi richiedono sempre, oltre le<br />

rappresentazioni dell'intuizione sensitiva, ancora peculiari concetti originariamente<br />

generati nell'intelletto, i quali appunto fan sì che il giudizio di esperienza sia<br />

oggettivamente valido” (P 55-56). [ 75 ]<br />

Da questo passo si evince che Kant considera che ci siano dei giudizi che si fondano<br />

sull'esperienza, ossia i giudizi empirici, e che questi si dividano in giudizi percettivi che<br />

sono puramente soggettivi, e giudizi d'esperienza che sono oggettivi e nei quali entrano<br />

concetti intellettuali.<br />

La separazione non è però statica, ma dinamica e questo nel senso che certi giudizi<br />

percettivi possono diventare giudizi d'esperienza se entra in gioco il concetto<br />

intellettuale che conferisce oggettività e cioè universalità e necessità (P 56). Si è detto<br />

che solo certi giudizi percettivi possono diventare giudizi d'esperienza perché vi<br />

possono essere giudizi percettivi che non diventano mai giudizi d'esperienza, per<br />

esempio: “che la camera sia calda, lo zucchero dolce, l'assenzio disgustoso” (P 57) sono<br />

di tal tipo (P 57, n. 1).<br />

E' da notare che questa differenza fra giudizi percettivi e giudizi d'esperienza non<br />

compare nella Critica ma nei Prolegomeni e nella <strong>Lo</strong>gica (L 106-107). Ed è sempre nei<br />

Prolegomeni, e non nella Critica, che si trova la famosa distinzione fra sintetici a priori,<br />

che provengono dall'intelletto, e sintetici a posteriori, la cui origine è puramente<br />

empirica (P 17-18).<br />

Ora, certamente i giudizi percettivi sono a posteriori, ma i giudizi d'esperienza sono a<br />

posteriori o a priori? Si ricordi che sono caratterizzati dall'universalità e dalla necessità,<br />

ossia soddisfano il criterio che, per il Kant <strong>della</strong> Critica, individua l'a priori. In fondo,<br />

questa è una domanda che anche Kant si pone:<br />

“Ma come si accorda questa proposizione che i giudizi d'esperienza contengono necessità<br />

nella sintesi delle percezioni, con l'altra, da me più volte raccomandata, che l'esperienza, in<br />

quanto conoscenza a posteriori, può dare soltanto giudizi contingenti?” (P 64, n. 1).<br />

La risposta che Kant dà non è altro che una ripetizione di quanto già detto:<br />

“Quando io dico che l'esperienza mi insegna qualcosa, intendo parlare <strong>della</strong> percezione che<br />

vi è contenuta, p. es., il seguir sempre del calore al rischiaramento <strong>della</strong> pietra mediante i<br />

raggi solari, e quindi, per tal riguardo, una affermazione di esperienza è sempre<br />

contingente. Che questo riscaldarsi <strong>della</strong> pietra segua necessariamente al suo essere<br />

illuminata dal sole, è certo contenuto nel giudizio di esperienza (mercè il concetto di causa);<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 73

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