Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif
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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />
[56]<br />
“Chiamiamo questi concetti categorie, sull'esempio di Aristotele,<br />
giacché il nostro intento è, nella prima origine, in tutto identico al suo,<br />
sebbene molto se ne allontani nell'esecuzione” (B 113-114).<br />
[ ]<br />
57 Si noti che il termine "reale" e il passo "cioè [...] oggetto" sono stati<br />
aggiunti nell'edizione del 1787.<br />
[ ]<br />
58 “Nessuna di queste due facoltà [sensibilità come facoltà di ricevere le<br />
sensazioni e intelletto come facoltà di produrre da sé rappresentazioni] è da<br />
anteporre all'altra. Senza sensibilità nessun oggetto ci sarebbe dato, e senza<br />
intelletto nessun oggetto sarebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono<br />
vuoti, le intuizioni senza concetti sono cieche” (B 94). Qui Kant evidenzia<br />
un chiaro limite alle possibilità <strong>della</strong> ragione umana: questa deve essere<br />
ancorata all'esperienza. Benché ci sia una “disposizione naturale” (ad es., B<br />
131) a superare tali limiti, compito in negativo <strong>della</strong> critica <strong>della</strong> ragion pura<br />
sta nell'evidenziare che ogni tentativo di trascenderli è destinato al<br />
fallimento e alla creazione di pericolose illusioni che sono criticate nella<br />
Dialettica trascendentale. Si osservi che le categorie matematiche pur non<br />
essendo applicate direttamente all'intuizione empirica, non sono mere forme<br />
vuote in quanto sono applicate alle intuizioni pure e queste a loro volta<br />
“possono essere applicate a intuizioni empiriche” (B 142). Comunque, deve<br />
esserci sempre l'aggancio, diretto o indiretto che sia, con l'intuizione<br />
empirica e “l'intelletto a priori non può mai far altro che anticipare la forma<br />
di un'esperienza possibile in generale: e poiché ciò che non è fenomeno non<br />
può essere oggetto dell'esperienza, l'intelletto non può mai sorpassare i<br />
limiti <strong>della</strong> sensibilità, dentro i quali soltanto ci sono dati oggetti. I suoi sono<br />
semplicemente principi dell'esposizione dei fenomeni, e l'orgoglioso nome<br />
di Ontologia, che presume di dare in una dottrina sistematica conoscenze<br />
sintetiche a priori delle cose in generale (per es., il principio di causalità),<br />
deve cedere il posto a quello modesto di semplice Analitica dell'intelletto<br />
puro” (B 250).<br />
[59]<br />
“L'uso trascendentale di un concetto, in un principio qualsiasi, è questo:<br />
che esso vien riferito alle cose in generale e in se stesse, laddove l'uso<br />
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