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Lo sviluppo della gnoseologia moderna - Swif

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Giovanni Boniolo© 2003 – <strong>Lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> <strong>gnoseologia</strong> <strong>moderna</strong><br />

intesa non come una loro giustificazione vera e propria quanto come una spiegazione<br />

del modo in cui sono acquisiti dall'esperienza (cfr. B 122). [ 67 ]<br />

Si è, quindi, in presenza di due alberi: quello dei concetti empirici, ampiamente<br />

discusso nella <strong>Lo</strong>gica, e quello dei concetti puri, solo accennato, come detto, nella<br />

Critica. Oltretutto nella <strong>Lo</strong>gica non si parla di categorie: i generi sommi non sono le<br />

categorie, dal momento che sono i concetti empirici con maggior estensione e non i<br />

concetti puri dell'intelletto.<br />

Dunque, alla logica formale spetta il compito <strong>della</strong> gerarchizzazione dei concetti puri<br />

ed empirici in due serie del tutto distinte; alla logica trascendentale spetta il compito di<br />

analizzarli quali regole di sintesi (definizione operatoriale), ma, soprattutto, di vedere i<br />

concetti puri quali condizioni per la possibilità dell'esperienza (definizione<br />

trascendentale).<br />

Ed è sempre compito <strong>della</strong> logica trascendentale capire quanto di puro ci sia in<br />

ogni concetto empirico e perché questo ci sia. Infatti, per arrivare al concetto empirico<br />

di 'corpo', necessita, ovviamente, anche la categoria di quantità; come per arrivare al<br />

concetto empirico di 'corpo rosso' necessitano le categorie di quantità e qualità. Quindi<br />

non è che le due serie siano del tutto indipendenti: lo sono solo per la logica formale e<br />

non per la logica trascendentale.<br />

E' questa differenza di livelli che permette di comprendere il motivo per il quale<br />

nella <strong>Lo</strong>gica Kant parla di astrazione, mentre nella Critica ne sembra addirittura<br />

spaventato. In effetti, nella <strong>Lo</strong>gica si parla di astrazione da concetti con piccole<br />

estensioni a concetti con estensioni maggiori, mentre l'impianto trascendentalista inizia<br />

dai concetti puri, le categorie, per poi da questi derivare altri concetti puri, quelli che<br />

Kant chiama predicabili. Bisogna però notare che Kant nella Critica non ha mai negato<br />

che ci fosse un intelletto astraente, quanto che l'intelletto umano fosse un intellectus<br />

ectypus che dalle cose date inferisse, astraendo, la loro conoscenza necessaria. Kant<br />

ammette un intelletto capace di astrarre da giudizi empirici a giudizi empirici più<br />

generali e quindi in grado di arrivare a una universalità contingente, ma non ammette<br />

un intelletto capace di astrarre dalla contingenza dei concetti empirici alla necessità<br />

dei concetti puri. [ 68 ] Infatti, come visto, la necessità non è qualcosa che deriva<br />

dall'esperienza, bensì è imposta all'esperienza, come d'altronde prescrive la "rivoluzione<br />

copernicana" di Kant.<br />

CxC – Calls for Comments, SWIF www.swif.it/cxc 70

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