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Ayuntamiento de Madrid - Memoria de Madrid

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va : t.ilwemcheí foldati effondo og^mi dijperat.oil foccorfo yene ndov e<br />

Alfonfo.entrata in lo^ vna grandißima paura, ftñauanopenfan^^^<br />

che artificio, di guerra per rimaner fi dalC imprefa, per poter fi ritirare eoa<br />

l'effercito àfaluamenio in luoghi fecuri. Ma benche egli foffe combattuto dx<br />

^ofi graui danni di priuato pianto, & di publico dolore , nondimeno con tal<br />

gran<strong>de</strong>x;¡^ d animo^& patien^a fopportò quello affanno.chenon fi ritirò nel<br />

padiglione,nè con alcuno ancor che tacito pianto,nè minimo fojpiro fi cambio<br />

di quel fuo generofo affetto di vòlto. Terciò che con tal vigor d'occhi, & con<br />

tantoIpirito d'eloquenza foleua egli rileuar gli animi <strong>de</strong> i joldati, & mante*<br />

nere la riputation fua, che allora maffimamente quando gli era vinto dall4<br />

fortuna ,fen:i^ dubbio haureiii creduto che,egli aueffe vinto .<br />

Della piaccuolezza fuà. , \Caip. jxxxiiii.<br />

NON mancò dipiaceuolex;;^ nelle fue parole : eßendo le piu volte faifi.&fe<br />

alcuno proiiocando lo tentaua fapeua beniffimo rimor<strong>de</strong>rlo^ à tem<br />

po,sì come auuenne allora,quando da Sergiano gran sinifcalco gli fu rinfhc<br />

data laßuola <strong>de</strong>lla 's(appa ;per taffàrlo di viltà di fangue yJn queño diffe<br />

sfor'^a.per quel chHopofib ve<strong>de</strong>re,noifiafno eguali di origine di fangue,per* ^<br />

the Adamo,che fu il primo huomo lauorò anch'egli la terra. Ma io ver amen<br />

te,qud che tu.non mipm negare, con quella mia ':^appa ,fono riufcito molto l^ßV^<br />

più nobile che non hai ßtto tu col tuo membro viriley& con la tua penna. Et<br />

con queflo motto molto leggiadramente lo trafiffe ; auendo acutiffimamentc<br />

tafiàto in lui la dignità acqmßata con la luffuria,con tanto odio,e lpadre fuOt<br />

ch'era fiato vno ignohil notaiuT^ al tribunale <strong>de</strong>l Vo<strong>de</strong>ñá,& era poi ¿tatù<br />

condannato di ßlfitd,perche contrafece vn Tefiamenta.<br />

D'vna facctia fua. Cap. Ixxxv.<br />

:<br />

V N Caualier da ^pla d animo inßme,che s'era fuggito <strong>de</strong>l campo <strong>de</strong> ni<br />

^ici,dicendo per acquiñarfigratia con Sforma, che Tartaglia con ogni quali<br />

^à di villanie aueua <strong>de</strong>tto mal dikiàvnconuito'y^ ¡pefio giurando a ffer-<br />

^affe ciò,perche gli foffe creduto : & non bifogna diffe sfor7^,amico mio,che<br />

^i^ a fatichi molto inßrmi cre<strong>de</strong>re quefioncomìfiacofa che Tartaglia non dif<br />

fi mai parola d alcuno, che non diccffe male -, & allora è da cre<strong>de</strong>re che come<br />

dt egli abbia ver fat o tutto l'impeto <strong>de</strong>l mal dire » con maggior rabbia, &<br />

piti liberamente affai, quando eglift troua in luogo à ciò molto accomodato ;<br />

^;*ertendo acutijjimamente in vn me<strong>de</strong>fimo tempo il rapportatore,& rinßc<br />

alando i fuoi vitij à Tartaglia,cioè lo efiere fcilinguatOy on<strong>de</strong>gli sera acquifta<br />

il fopranome.&ancotvbria(;che'^,effendo egli,& più toflo per natura^<br />

e per età^l maggior beone,che fi trouaffe in quei tempi.<br />

D'vno

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