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Ayuntamiento de Madrid - Memoria de Madrid

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' Í-jA \V I Td Di;<br />

tuperatö con. ¡porchiffma inßmi4^& maladiuntia dauarhia. ^uem J"<br />

Adriamé tdia driano in odió il ceurio per l\aß>/€:^j&.infolen':^a <strong>de</strong>lßio animo auaro, &<br />

a Qtum . oltre a ciò vi rìmaneuano^ancora que^e orme <strong>de</strong>ll'ingiuria antica ; perdo.<br />

che edificando Adriano il Collegio à Louanio,no.n aueua maipotuto, nè pef<br />

giuño preT^, nè con religiofijjinù prieghi ottenere dal Ceurio vna piccioli<br />

aia con vna cafetta attaccata per maggiore elegan7^a,& largheT^ <strong>de</strong>lpi{'<br />

blico edificio. .Stimaua ancora,che[otto jpetie di onore,àpetitione <strong>de</strong>l Ceurio<br />

foffe fiato mandato in lß>agna,acciò che Carlo giotianetto fecondo il fuo vok<br />

r£ foffe da lui folo gouernato. Et anco allora nondubitauapunto^cbepero''<br />

pra di lui non foffe lafciato inljpagna, acciò che trauagliato, & inghiottito,<br />

dalla terribile temp€fla,& cru<strong>de</strong>li on<strong>de</strong> di quella prouincia folleuata in armt.<br />

& quafi ribùUaìite viaffogaße. TS^è punto l'ingannò l'opinione fua -, pereto<br />

cheeßendo ancora Cefare in Toledo.venne vna nuoua certa che i popoli <strong>de</strong>l".<br />

?0poU di SM* ^^ ^p^gfi^ congiurarono infieme ; & che in Toledo v'era chi aueua difegnato.<br />

»UA fi foüena» di amma's^re il Ceurio. llche inten<strong>de</strong>ndo Carlo perfua<strong>de</strong>ndolopaurofatncn<br />

H» contra il Ce te il ceurio con tanta fretta,& non penfandolo alcuno,& con brutiffima fijt'<br />

• gione.<strong>de</strong>ll'aere, vfiì <strong>de</strong>lla città yche non parue partir fi, ma più tofio fuggw<br />

per paura. Toi che l'Imperatore arriuò al mare,le ambafcierie furono chia'<br />

tnate alla dieta,& come[uole eßere la conchiufione di quafi tutte le diete, f^<br />

rono domandati danari, i quali è difineño che i ì\e domandino ys'eglino pc^<br />

meritare.quei foccorfi,non concedono a'popoli effentioni di diuerfe cofe. J^^'<br />

mandauano tutti,che liberaffe le città da'gouernatori Fiaminghi, & che q^^<br />

fii onori con giufiiffima liberalità fi compartiffero fra gli huomini <strong>de</strong>lpaefi''^<br />

Terciò che gli vffici erano talmente flati donati in guadagno a FiaminghiìC'^<br />

effi eréno venduti poi per danari àgli huomini Spagnuoli. Ma l'Imperatole<br />

fa ritrouato troppo duro perche era di parere, che non fi doue fi'e coMc<strong>de</strong>t^<br />

quafi cofa alcuna,à loro che infolentemente,& con fuperbia le domandauan^<br />

Minacciò ancora à Tietro Girone Barone, ilquale con parole oflinate aueu^<br />

htTf à dir e,ch'egli aurebbeßtto ve<strong>de</strong>re l'autorità ,&le a<strong>de</strong>ren7^,che aiii*^<br />

I mt>»raiire Ifilagna,poi che l'Imperatore eßendo egli da ingiufla lite aßaffinato,^<br />

oppreffo,nongli voleua far ragione. Ma gli »Ambafciatori d'alcune Of<br />

tà,i quali \per acquiflaregratia,&premij in priuato, aueuano con prontillp<br />

mo volere vbidito all'Imperatore,che domandaua loro groffijfme taglia ^^^<br />

nari, furono da'cittadini molto vituperati & alcuni anco battuti dal tumf*^<br />

to d€lpopolo,& col me<strong>de</strong>fimo giudicio i segobiefi con tanta allegre^^>^ J<br />

Ha rictuerono i loro Ambafciatori,perche arditamente,& coti animo gr^^^<br />

<strong>de</strong> difiero,che non erano per pagare danari ,fenon erano conceffi loro gr^<br />

dijfimi. priuilegi d'eßentione ; che per cagion d'onore à vfo di trionfante<br />

Ádñano man- trarono nella città . Ter queñe cagioni »Adriano,giudicando che.per tew<br />

da (»ntrat Se* fi doucßero Opprimere ipnncipij <strong>de</strong>lla ribellione, mandò contra i stgobiß^^^<br />

¿»biffi. i\onchillio,terribile,& cru<strong>de</strong>le giudice dì cofe criminali, con vna baridaA^^^ '

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