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Ayuntamiento de Madrid - Memoria de Madrid

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S V o Z 11<br />

DeUa <strong>de</strong>ftrezza<strong>de</strong>'fuoi membri. Cap. Ixxxviij.<br />

ERA di tanta dt¡ire':^x^,che fenica che alcuno ve loaiuta[fe,ò ß>ingeße.i<br />

äuendo poflo il piè .finiflro in flaffà,benche foffe tutto armato^ & con lelmo<br />

tn teßa montana leggiadrifßmamente in fella, & ffeffe volte caminaua anco<br />

di molte miglia tutto armato da huomo d*arme,auendo le membra.aue':^à<br />

apportare tutti gli effercitij d'ogni dura fatica,& ¡pecialmente il fredo. Ver ijatura di s/«r<br />

ciò che in tutto il tempo di vita fua non portò mai vefie fo<strong>de</strong>rate di pelli. tra •<br />

facilmente tormentato dalla fete, quando egli era bifogno né caldi grandi <strong>de</strong>l<br />

la state caualcare, & combattere j di maniera che quando egli era armato<br />

diceua,che piti tofto poteua effer morto difetc.che di ferro -, & temeua gran<strong>de</strong>mente<br />

di quefta forte di morte. Et per quefta cagione s'aueua apparecchia<br />

^0 vn ragaT^o ilquale fopra vn gagliardo cauallo gli porta ffe fempre adietro<br />

fiafihi d'acqua,& di vino,& altri foccorft alla féte fatti di Toccherò , ne<br />

fi gli parti ffe mai da lato nè anco ne gli eñremi pericoli <strong>de</strong>lla battaglia. Ma<br />

fu però fempre di gagliarda,& indomita temperatura di corpò,che con l'effercito<br />

cacciaua facilmente iprincipij <strong>de</strong>l male ; & fe gli veniua alcuna febbre,con<br />

incredibilepatienT^ coprendofi con la coltre per fudare,& fopra tut<br />

to con la dieta,rifiutando tutte altre medicine, felicemente la vinceua •<br />

Dell'infelicità <strong>de</strong>lla morte fua. Cap. Ixxxix.<br />

ESSENDO egli giunto finalmente à gli anni Cinquata cinque <strong>de</strong>Wetà<br />

fita,& già parendo che in lui tutte le virtà,lequaliconuengono à vn fingolar<br />

Capitano,atteffero riceuuto quafi perfetta maturità, ìinfolente fortuna ,gli<br />

rifppe à vn me<strong>de</strong>fimo tempo il corfo <strong>de</strong>lle vittòrie, & <strong>de</strong>lla vita. Verciò che<br />

effendofi poño Braccio confatale oñinationeall'afiedio <strong>de</strong>lla città <strong>de</strong>ll'Aqui<br />

la,& ritornato poi in Iffagna, il i{e Mfonfo,Ìlquale indarno l'aueua richiedo<br />

di foccorfo alle'fue cofe poñe in trauaglio,sfor7^ fatto Capitan generale<br />

di grandijjimi Vrincipi in Italia, fi partì diVuglia per liberar l A quila dalli<br />

^ßedio ainñan'^ di Vapa Martino,<strong>de</strong>lla i{eina, & di Filippo Vifconte, per<br />

^ndarfene poi in Tofcana con fperan%a di far cofe grandi. Erano neWeßercito<br />

fuo fette mila cauaüi,& vnagroßa banda di fanteria. Auendo dunque cac<br />

Ciato le genti di Braccio fuor <strong>de</strong>lla città di Lanciano & di Millionico,giunfe à<br />

^rtona. Q^iui auendo tenuto dodici giorni in ripofo i foldati, & auendo con<br />

grandiuotione celebrato lefefte <strong>de</strong>UaVatiuitàdiT^oñro Signor G i E s v<br />

CRISTO ,giunfe al fiume Aterno : ilquale oggi fi chiama Ve fear a per la ter ^tffn»<br />

Y^chegliè appreffo. Era venuto Braccio ài popoli Marucini,auendo lafciato •<br />

metà <strong>de</strong>Wefkrcito all'aßedio <strong>de</strong>ll'Aquila, per non lafciar paffare sfor':^.<br />

perciò che auendo piantato nella riuadi jpejjt,& molto acuti rami d'alberi,et<br />

*^gato à quegli vn nauiglio con große funi, & meßoui fopra alcuni arcieri,<br />

guardaua

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