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Ayuntamiento de Madrid - Memoria de Madrid

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tu viTji DEI GF^jíi^c^Tir^rfo<br />

al Re graue & cdioß, talmente che non volle, ch'egli regnaße in Cordouäy<br />

tum inquifi perciò mandò al Senato di Cordoua,lucero Inquifitore,queño è nome<br />

• d'ufficiale,ilquale portando in mano una bacchetta rapprefenta il nome di Lit<br />

tor i<strong>de</strong>ale <strong>de</strong>'ßfci di fuprema poßanT^a d'imperio. Et chi offen<strong>de</strong> coñidyé ßt<br />

to rubello <strong>de</strong>l ¿^. Coñui fece inten<strong>de</strong>re al Senato, come al i{c non piaceua,<br />

che Don Tietro fteße lungo tempo nella citta di Cordoua, ma ch'egli fe n andaffe<br />

alle cafiella <strong>de</strong>l padre, sì come erano vfati di ßre gli altri fignori dica'<br />

fa di Cordoua,& certo con gran comodo loro. Queña cofa fu fitta inten<strong>de</strong>re<br />

à Don Tietro dd Senatori amici fioi: laqual fubito trauagliò gran<strong>de</strong>mente<br />

l'animo fio fuperbo. Terciò che fenT^ indugiar punto moffo da vna precipì'<br />

tofa ira, fece pren<strong>de</strong>re Lucero da* fergenti fuoi ^i^poñolo à cauallo,& lega<br />

tolo die<strong>de</strong> d firn caualier i,che lo mena ffero à Mon<strong>de</strong>llia. Era quefto vn cafte}<br />

lo da Don Tietro auolo fuo cinto di forti mura -, & accrefciuto d'vna fortif i^<br />

ma rocca,laquale era molto addobbata d'ornamenti di marino,& la più bella<br />

di gran lunga di quante n'erano in ^ndaluT^ia-Tercheil T{e grauiffimamente<br />

fopportando coftgran <strong>de</strong>litto comeffo,perciò chegli toccaua l'onore,<strong>de</strong>liberò<br />

di vendicarlo con l'armi, dapoi che DonTietro per publica legge chiaramen<br />

te era condannato di ribellione. Ma apparecchiando il ne l'armi.Confaluo e'I<br />

Velafiopregandolo,con queña conditione lo piegarono, che glipromifiro di<br />

menar gli inginocchiato manzi a'piedi à chie<strong>de</strong>rgli perdono il giouane, che<br />

con animo ar<strong>de</strong>nte era caduto in quel <strong>de</strong>litto. Et non molto dapoi Don Pietro<br />

condotto dall'autorità <strong>de</strong>l zjo & <strong>de</strong>l Vela fio fi ne venne alla corte. Ma <strong>de</strong><br />

vl'lìro. mandandogli egli perdono il ^ non l'ammifi, tato che lo confinò dieci miglia<br />

lungi dalla corte, & che egli non fi poteffe allontanar più che vna giornata,<br />

acciò che poteße effere chiamato & tornare, V'aggiunfe ancora con più graue<br />

<strong>de</strong>creto, che Mon<strong>de</strong>llia foffe ruinata infino a fondamenti 3 acciò che ¡pianata<br />

fino in terra foße teñimonio <strong>de</strong>lla feuerità I<strong>de</strong>ale appreßo a feditiofi<br />

Baroni, ^eanco Confaluo con grandiffiimiprieghi potè ottenere, che vna<br />

memoria <strong>de</strong>lla virtù paterna educata con tante fpefie, ch'era la terra doue<br />

egli era nato,&la più bella & la più onorata di tutta l'^ndalu:^ia,nonfoffe<br />

ruinata. ^mora che egli aueffe vfato il me^p <strong>de</strong> gli ambafciatori <strong>de</strong>l Re di<br />

Francia per piegarlo, i quali giudicauano cofa oneña, che colui ilquale aueua<br />

prefo per lo I{e cento città,& infinite cañella, con fiambieuole dono, im^<br />

petraffe vn cañello <strong>de</strong>l padre. Ma il Riflette oflinatamente inpropofito,nja<br />

però con queño temper amento,che il cambio di Mo<strong>de</strong>llia,concorfo di tutta la<br />

^ndaluT^a, in pochi giorni ruinata infino a'fondamenti Confaluo riceuefi<br />

fe in dono da lui la città di Loxa, & ciò per mitigare con quel dono la erti"<br />

<strong>de</strong>ità <strong>de</strong>ll'ingiuria. Queña città époña lungi da Granata dieci miglia, if*<br />

vna amena valle, laquale è cinta da altiffimi monti. xAggiun fe il [{e ancora<br />

d tanto dono vna fferan^a danimo molto begnino, che Loxa doueße pe^<br />

venire ne gli eredi fuoi y fe Confaluo rinunciaua alla polÌ7^ áCompoñeüa»<br />

Ma

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