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Ayuntamiento de Madrid - Memoria de Madrid

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' - ' - IVB tiö Q^y I l^T o. ' 252<br />

entrare per vna fineÜra nel muro che gli era fotto. Vhidì fubito aliétrañíeme<br />

il Caßtda,& gettandoft d'vn faltoß Marcheje anch'egli con ardire<br />

'luaft chefaprim di tutti à feguirlo . Allora aliato vn grido da ogni<br />

far te, ^ ßcendo tutti il <strong>de</strong>bito loro fu preß il muro. Dou? fu tanta la furia,<br />

dicoloro,che vi correuano à gara,& ivrtauano l'vn l'altro, che poco vi man<br />

còcche mentre che i foldati furioßmente paßauano, non opprimelfero nella<br />

'foffa il Marchefe <strong>de</strong>l Vailo <strong>de</strong>preßo tra lefhfcine dxl pefo <strong>de</strong>ll'arme . Ma ti<br />

^'ig'Virro veggendo,che i fuoi per la fubita paura erano ß>auentati,& vit upe<br />

bofamente fugginano, & ch'egli indarno ripre<strong>de</strong>ndogli nongiouaua à nulla,<br />

fif'*ggì nella rocca. Ora effendone morti poco meno di cento.&gli altri mejfi<br />

^^fuga,mentre che ogn'vno correua à rubare, il Ve fear a mandò il Marchefe<br />

\<strong>de</strong>l fr'afio alla rocca Mquale confortale il S.Virro a douerfi arren<strong>de</strong>r e,& par<br />

gli ßceße inten<strong>de</strong>re,che fi egli voleua prouare lafor':^, i foldati crucciati<br />

non gli aurebbono vfato poi alcuna clementia -, ma che fe fm^a indugio fi vo<br />

'Ifua ßruire <strong>de</strong>l beneficio che gli voleua ßre,tutti fene farebbono itifani, ^<br />

falui^ perciò che egli non aueua cofa nè più cara,nè più diletteuole,che il perdonare<br />

al fangue <strong>de</strong> gl'Italiani,e'I conferuare liberi coloro, i quali erano cont^^mi<br />

feco ili legame di parentado .Terche la forella <strong>de</strong>l Signor Tirro eraflt<br />

ta moglie <strong>de</strong>l Cardona Conte di colifano, di quello che morì nel fatto d'arme<br />

'<strong>de</strong>lla Bicocca, Ora mentre che IS.Pirro prefentandofi,& ragionando il Mar<br />

chefe <strong>de</strong>l Vaño, gli faceua rifpoña alquanto più aframente che non bifogna<br />

fecondo l'vfan-^ <strong>de</strong>lla guerra gli dotnandaua tregua d'alcuni giorni,<br />

facendo firepito & fchernendologli Spagnuoli,il Marchefe <strong>de</strong>l Vaño amiche<br />

cimente gli fece inten<strong>de</strong>re, che non ñeffe ad affettare foccorfo. Allora il S» il s. Pirro t<br />

'^'l^'O moßo da' fuoi conforti,s'arrefe à difcrettion <strong>de</strong>l t^efcara. Et cofi il Mar •<br />

'Chefe <strong>de</strong>l Vafìo riceuuto nella rocca,auendo rinchiufo in vna camera jèparata<br />

S. Tirro^e'l C agnino figliuolo di fuo fratello giouane di gentile aria, Emilio<br />

^^'^iriana, & alcuni Capitani di caualli,& di fanti, perche non foffe loro fatingiuria,aperta<br />

laporta die<strong>de</strong> la rocca à facco a'foldati^doue vn facchetto<br />

yi s.i'irro ritrouato con mille fcudid'orofu dato al cafada in premio <strong>de</strong>l mt^<br />

'0 che egli aueua prefo. Et eßo Marchefe fi contentò d'vn cauallo spagwuofi.chiamaua<br />

Caballa ^ilquale poi come eccellentiffimo gli feruVnelle bat<br />

faglie. I Ibldati fialigiati di tutti i caualli,i quali furono d'intorno à fettecen<br />

<strong>de</strong>ll'armi, furono lafciati andare con quefla conditione,che non feruißeal<br />

di Francia inan^^i che foße finita quella guerra. Et con vmanijfi-<br />

^ liberale giudicio licentiò parir/iente i Capitani, iquali per ragione di<br />

^^^ poteuano effere coñrettiáfare taglia. il Re Francefco poi che egli<br />

^cintejo, che la terra era ñata prefa da i nimici, perciò che egli con ani-<br />

Pronto aueua già penfato di volerlo faccorrere, riprefe graìi<strong>de</strong>mente il<br />

^ ^ gnor Tirro, perche largamente gli aueua promeßo che in ogni modo egli<br />

tirebbe retto alla furia <strong>de</strong> i nimici, almeno tre giorni. Eermatofi poi' nel<br />

fuo<br />

'ar

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