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i 100 personaggi dell'odonomastica di Brindisi che attraversano tutta la storia della città

Lo stradario di Brindisi conta più di mille, tra vie, piazze, vicoli, larghi, parchi, etc. Ebbene di quelle più di mille intitolazioni, poco più di cento sono dedicate a personaggi illustri di Brindisi: personaggi nati a Brindisi, o che a Brindisi hanno vissuto e operato significativamente, o che con Brindisi hanno avuto una qualche speciale relazione. Poche o molte, non è qui importante stabilirlo, ma certo è che quelle cento intitolazioni dello stradario cittadino, nonostante le molte ed importanti assenze, costituiscono in una qualche misura “uno specchio” della plurimillenaria ed avvincente storia della nostra città: dalla mitologia e dai gloriosi tempi della repubblica e dell'impero di Roma, alle due guerre mondiali del Novecento, e fin dentro questo Ventunesimo secolo, dopo aver percorso i secoli dell'Alto e del Basso Medioevo e quindi della Modernità e della Contemporaneità.

Lo stradario di Brindisi conta più di mille, tra vie, piazze, vicoli, larghi, parchi, etc. Ebbene di quelle più di mille intitolazioni, poco più di cento sono dedicate a personaggi illustri di Brindisi: personaggi nati a Brindisi, o che a Brindisi hanno vissuto e operato significativamente, o che con Brindisi hanno avuto una qualche speciale relazione. Poche o molte, non è qui importante stabilirlo, ma certo è che quelle cento intitolazioni dello stradario cittadino, nonostante le molte ed importanti assenze, costituiscono in una qualche misura “uno specchio” della plurimillenaria ed avvincente storia della nostra città: dalla mitologia e dai gloriosi tempi della repubblica e dell'impero di Roma, alle due guerre mondiali del Novecento, e fin dentro questo Ventunesimo secolo, dopo aver percorso i secoli dell'Alto e del Basso Medioevo e quindi della Modernità e della Contemporaneità.

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GIOVANNI CARLO BOVIO<br />

(Brin<strong>di</strong>si, 5 gennaio 1522 – Ostuni, settembre 1570)<br />

Fu arcivescovo <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si dal 1564. Nacque a Brin<strong>di</strong>si da Andrea, nobile bolognese e da Giulia<br />

Fornari, nobile brin<strong>di</strong>sina. Fu mandato a Bologna presso i parenti per frequentare l’università.<br />

Laureatosi con lode in <strong>di</strong>ritto, andò a Roma dove abbracciò lo stato ecclesiastico e si de<strong>di</strong>cò allo<br />

stu<strong>di</strong>o del<strong>la</strong> teologia e delle lingue c<strong>la</strong>ssi<strong>che</strong> e orientali.<br />

Nel 1555 fu arci<strong>di</strong>acono del<strong>la</strong> cattedrale <strong>di</strong> Monopoli e poco dopo, nel 1546 sotto il pontificato <strong>di</strong><br />

Paolo IV, venne nominato vescovo <strong>di</strong> Ostuni, succedendo al suo zio paterno Pietro Bovio. Nel<br />

1562 andò a Trento in occasione dei <strong>la</strong>vori del Concilio indetto da Pio IV e il 21 giugno 1564 fu<br />

nominato arcivescovo <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si e Oria (*) dallo stesso papa Pio IV.<br />

Nel 1565, arcivescovo appena inse<strong>di</strong>ato, compì <strong>la</strong> prima sacra visita dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si e<br />

<strong>di</strong>ede <strong>di</strong>sposizioni per ristabilire <strong>la</strong> morale <strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina e <strong>la</strong> cultura -tutte cose abbastanza<br />

carenti- nel clero. Nel 1566 chiamò i Cappuccini a Brin<strong>di</strong>si e nel 1568 chiamò i Riformati.<br />

Ebbe poi qual<strong>che</strong> <strong>di</strong>savvenenza con gli amministratori del<strong>la</strong> <strong>città</strong> <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si per questioni, in<br />

principio, futili -una questione <strong>di</strong> vino- e cominciò a pre<strong>di</strong>ligere una sempre più frequente <strong>di</strong>mora<br />

in Oria, dove e<strong>di</strong>ficò un nuovo pa<strong>la</strong>zzo vescovile, vi trasferì <strong>la</strong> sua cattedra e vi <strong>di</strong>morò quin<strong>di</strong> in<br />

permanenza.<br />

Il crescere, su sollecitazione veneziana, del<strong>la</strong> produzione viti-vinico<strong>la</strong> e, successivamente, il<br />

venir meno dei mercati d’esportazione nel levante e <strong>la</strong> conseguente necessità <strong>di</strong> riversare in<br />

<strong>città</strong> le eccedenze, resero troppo ze<strong>la</strong>nti nell’applicazione del privilegio i responsabili del<strong>la</strong> civica<br />

amministrazione i quali ruppero nel<strong>la</strong> piazza alcuni vasi <strong>di</strong> vino <strong>che</strong> l’arcivescovo fece venir da<br />

fuori per uso personale.<br />

Morì ancora re<strong>la</strong>tivamente giovane a Ostuni e, per sua volontà, fu sepolto a Oria. In effetti, a<br />

Brin<strong>di</strong>si non pochi coltivarono un certo rancore nei suoi confronti e, si <strong>di</strong>ce, <strong>che</strong> al<strong>la</strong> notizia del<strong>la</strong><br />

sua morte “per l’insolenza e <strong>la</strong> nequizia <strong>di</strong> pochi” si suonarono le campane a festa. Nonostante,<br />

“da tutti gli onesti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si e dal pubblico magistrato, <strong>la</strong> morte s’intese col massimo<br />

dolore e gli si celebrarono solenni funerali”.<br />

(*) L’arcivescovato <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si fu trasferito a Oria quando, nel 674 i Longobar<strong>di</strong> occuparono e <strong>di</strong>strussero Brin<strong>di</strong>si.<br />

Poi, finalmente, con l’arcivescovo Go<strong>di</strong>no e grazie all’insistenza del papa Urbano II, <strong>la</strong> sede ritornò a Brin<strong>di</strong>si<br />

dopo il 1090 con <strong>la</strong> denominazione <strong>di</strong> “Arcivescovato <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si e Oria” fino al 1586, anno in cui morì<br />

l’arcivescovo Bernar<strong>di</strong>no Figueroa <strong>che</strong> nel 1571 era succeduto a Giovanni Carlo Bovio. Dal 1586 al 1591 <strong>la</strong><br />

sede restò vacante e a partire dal 1591, con l’arcivescovo Andrea de Ajar<strong>di</strong>s, si ritornò al<strong>la</strong> denominazione<br />

originale <strong>di</strong> “Arcivescovato <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si” mentre Oria passò ad essere suffraganea <strong>di</strong> Taranto. Il 30<br />

settembre1986, con l’arcivescovo Settimio To<strong>di</strong>sco, a Brin<strong>di</strong>si fu accorpata l’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ostuni, assumendo<br />

da allora <strong>la</strong> nuova denominazione <strong>di</strong> “Arcivescovato <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si e Ostuni”.<br />

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