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Roberto Lestani<br />
Presidente Fipgc<br />
Il pasticcere stia in negozio<br />
Così conquista il cliente<br />
Avrebbe potuto essere la Pasqua dedicata a<br />
dolci tipici e Colombe sempre più “senza”<br />
(glutine, lattosio e compagnia) e invece<br />
tutto è rimandato al dopo emergenza. Poco male (vediamo<br />
il bicchiere mezzo pieno) perché potrebbe essere<br />
il momento per i pasticceri di riorganizzare a tavolino<br />
il proprio lavoro per ripartire con un piglio<br />
diverso. Sì, perché per pensare di dedicare una parte<br />
di business ai prodotti “senza” bisogna aver in mente<br />
come lavorare. L’attenzione ad evitare contaminazioni<br />
deve essere massima così come la conoscenza di<br />
quello che si può e non può fare per vendere in sicurezza<br />
le proprie creazioni. Sbagliare il minimo dettaglio<br />
sarebbe fatale perché oggi i clienti sono molto<br />
preparati e ne sanno quasi più dei professionisti.<br />
Come fare per conquistare la loro fiducia? Facendo<br />
il marketing più sano, semplice e genuino: essere in<br />
negozio. Molti mi dicono che non hanno tempo per<br />
restare in negozio, io dico che è questione di organizzare<br />
il lavoro e che farsi trovare di fronte al cliente<br />
pulito, preparato, in divisa, consapevole sia un “investimento”<br />
a cui non si può proprio rinunciare. L’empatia<br />
è una carta che il professionista deve giocarsi, la<br />
chiacchiera con il cliente è parte integrante del lavoro.<br />
Allo stesso modo non si può pensare di fare cose a<br />
metà; se il pasticcere di turno decide di investire nel<br />
“senza” non può permettersi di farlo puntando su un<br />
prodotto e basta, ma deve creare una linea intera.<br />
Devo rispettare dinamiche nella scelta dei prodotti<br />
e nella catena produttiva. Devo anche fare un<br />
marketing particolare sulla mia azienda, dare senso<br />
di pulizia, ordine e precisione. Detto questo, in un periodo<br />
in cui tutti vogliono fare tutto, credo che un pasticcere<br />
che decide di aprire da zero la propria attività<br />
non possa basarsi solo sui dolci “senza”, troppo rischioso.<br />
Piuttosto questo potrebbe essere una scelta di<br />
un pasticcere navigato che amplia la sua offerta. Il<br />
mercato del “senza” insomma va monitorato ed è utile<br />
puntarci, ma credo che ancora non possa camminare<br />
da solo sulle proprie gambe.<br />
Il professionista deve saper organizzare<br />
spazi e tempi per proporre direttamente<br />
al consumatore - faccia a faccia - i propri<br />
prodotti soprattutto quando sono<br />
per gli intolleranti. L’empatia è cruciale