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Italia a Tavola Marzo-Aprile 2020

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Marco Reitano<br />

Presidente Noi di Sala<br />

Si diventa camerieri<br />

con impegno e sacrifici<br />

Il coronavirus ha cambiato la nostra quotidianità,<br />

imponendo la chiusura di tutte le<br />

attività, ristoranti compresi, ma ha anche<br />

reso incerto il nostro futuro. Non sappiamo in che<br />

modo cambierà il nostro modo di accogliere il<br />

Quello del cameriere è un mestiere duro,<br />

stancante, snervante. Deve essere dinamico,<br />

flessibile, avere equilibrio psicofisico.<br />

Deve avere doti personali ma anche<br />

aggiornarsi e studiare costantemente<br />

cliente, quali misure dovremo adottare. Quel che è<br />

certo è che, comunque andranno le cose, i ristoranti<br />

non potranno fare a meno dei camerieri e del<br />

personale di sala in generale. Il nostro mestiere è<br />

assolutamente sottovalutato, ed è forse per questo<br />

che i camerieri spesso scalpitano per diventare<br />

quello che non sono, dimenticando i principi di<br />

questo mestiere, nel disagio di voler andare “oltre”<br />

e fare quello che nella loro professione non è richiesto.<br />

Questo desiderio di voler emergere, di voler<br />

mettersi in mostra, è frutto di modelli sbagliati<br />

e rischia di creare figure molto poco professionali.<br />

Ce ne accorgiamo intervistando candidati nei<br />

nostri locali che poi una volta messi alla prova<br />

fuggono da un sistema che altro non vuole che insegnare<br />

loro il mestiere. Va bene la psicologia, va<br />

bene il marketing, vanno bene i media, ma i ristoranti<br />

necessitano di personale che deve fare della<br />

sua dinamica di sala il punto di forza. L’ambizione<br />

poi è dietro l’angolo, certo, ed è sempre un bene,<br />

ma attenzione: nessuno è diventato mai “grande”<br />

senza aver superato l’infanzia. La formazione<br />

deve essere quella giusta! Da cameriere a manager<br />

di un ristorante, ad esempio, il percorso è lungo<br />

e faticoso, guai ad aggirare gli ostacoli senza<br />

affrontarli. Il vero professionista di sala è frutto<br />

della gavetta tra i tavoli, tra la gente. La vera esperienza,<br />

la vera crescita è lì. Non sono ammesse<br />

scorciatoie.<br />

In attesa quindi di capire come cambierà la<br />

ristorazione nel dopo-coronavirus, concludo invitando<br />

tutti i colleghi professionisti del settore a<br />

sacrificarsi un po’ di più cercando di dare il buon<br />

esempio, cercando di tramandare e insegnare le<br />

faticose fondamenta della sala.

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