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di Matteo Scibilia<br />
La crisi provocata dal Covid-19<br />
ci ha (e lo farà per molto tempo)<br />
imposto la domanda di<br />
“come” fare ristorazione alla riapertura<br />
delle attività, si presume dopo il 15<br />
maggio, dopo quasi 3 mesi di chiusura.<br />
Nella rete è un susseguirsi di annunci,<br />
desideri, strategie da parte di “grandi”<br />
cuochi e anche di ristoratori “normali”.<br />
C’è chi annuncia di non riaprire o che<br />
modificherà il percorso lavorativo o le<br />
scelte di cucina. Decisioni che andranno<br />
a impattare forse per sempre sul<br />
volto della ristorazione, non solo italiana.<br />
Certamente uno dei problemi principali,<br />
comune alla stragrande maggioranza,<br />
è nell’immediato la crisi finanziaria:<br />
c’è una mancanza di liquidità<br />
che ha portato una fetta di cuochi e ristoratori<br />
a reinventarsi, sfruttando le<br />
poche possibilità che le strette maglie<br />
della sicurezza anti Covid ha permesso,<br />
cioè il delivery, quell’attività che in televisione<br />
viene pubblicizzata dalle<br />
grandi piattaforme di multinazionali di<br />
distribuzione di cibo attraverso l’impiego<br />
dei “rider”, ovvero i fattorini più<br />
o meno in regola con la sicurezza alimentare,<br />
che tanto hanno fatto scalpore<br />
anche per alcuni servizi televisivi di<br />
“Striscia la notizia”.<br />
Uno dei tanti (troppi?) decreti che<br />
il nostro governo ha emanato permette<br />
a molti ristoratori di poter effettuare<br />
delivery di food e piatti pronti per lenire<br />
le difficoltà finanziare del momento.<br />
La creatività e la voglia di fare tipica<br />
del nostro tessuto di microimprese<br />
hanno fatto il resto: ora in molti affermano<br />
che il delivery si imporrà e forse<br />
sarà una nuova modalità di lavoro per<br />
la ristorazione. Al punto che la Fipe-<br />
Federazione italiana pubblici esercizi<br />
ha chiesto al governo di allargare questa<br />
possibilità anche all’asporto. Eppure<br />
c’è una bella differenza tra le due<br />
forme: il delivery presuppone la consegna<br />
a casa del cliente; con l’asporto è<br />
il cliente che si deve recare presso il<br />
ristorante per ritirare il cibo ordinato.<br />
Comprensibilmente quest’ultima possibilità<br />
per ora non era stata concessa<br />
dal governo.<br />
Ma vediamo cosa prevde prevede<br />
uno dei decreti sulla possibilità di fare<br />
delivery.<br />
Le misure precauzionali previste<br />
sono molto precise:<br />
COVID-19 | #ANDRATUTTOBENE<br />
I ristoratori debbono mettere a disposizione<br />
del personale tutto quanto<br />
serve per operare in maniera igienica,<br />
e soprattutto mantenere la distanza di<br />
un metro nello svolgimento di tutte le<br />
attività. Quindi chi ha cucine piccole<br />
rischia di non poter effettuare questa<br />
nuova attività.<br />
Si debbono definire aree destinate al<br />
ritiro del cibo preparato osservando<br />
procedure di pulizia e igienizzazione<br />
straordinarie. Queste aree debbono<br />
essere separate dai locali destinati alla<br />
produzione di cibo.<br />
Il ritiro del cibo dovrà avvenire nel<br />
rispetto della distanza di un metro con<br />
l’assenza di contatti diretti.<br />
Il cibo deve essere chiuso in apposite<br />
confezioni con adesivi, graffette o altro<br />
per assicurare la massima protezione.<br />
Il cibo così preparato deve essere riposto<br />
in zaini termici o nei con contenitori<br />
da trasporto, che debbono essere<br />
sempre puliti e igienizzati.<br />
La consegna deve avvenire tenendo<br />
conto della distanza prevista senza<br />
contatto diretto con il cliente.<br />
Specifichiamo tutto questo perché<br />
se un ristoratore si organizza può fare<br />
delivery in proprio senza appoggiarsi<br />
ad una piattaforma. Il ristoratore si<br />
deve attrezzare e adeguare il processo<br />
produttivo a norme che prevedono:<br />
un piano Haccp specifico;<br />
possibilmente una documentazione<br />
via mail dell’ordine del cliente;<br />
un trasporto del cibo in totale sicurezza;<br />
una tracciabilità del pagamento.<br />
Insomma un percorso non proprio<br />
facile, ma possibile. Ci auguriamo peraltro<br />
che i ristoratori non facciano le<br />
consegne con la propria auto. E ci<br />
chiediamo: tutti i ristoratori che svolgono<br />
delivery si sono adeguati a queste<br />
norme? Una delle cose più facili è<br />
appoggiarsi ad una delle piattafor-<br />
MARZO / APRILE <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />
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