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COVID-19 | #ANDRATUTTOBENE<br />
di Vincenzo D’Antonio<br />
Uno studio non proprio recente (era il 2018)<br />
fu condotto dal Dipartimento di Psicologia<br />
dell’Università del Michigan. Esso verteva<br />
sui cibi più “addictive”, in altre parole sui cibi che creano<br />
dipendenza. E qual è al mondo il numero uno tra<br />
questi cibi? A domanda, lo studio rispose: «Pizza is<br />
the No. 1 “addictive” food». Sì, la pizza.<br />
Correliamo questo studio alle risultanze di un’indagine<br />
attuale, condotta nello scorso mese di marzo.<br />
Parte di questa indagine riguarda l’ipotesi di scenario,<br />
che noi tutti ci auguriamo imminente, della rinnovata<br />
liceità di poter consumare “away from home” (fuori di<br />
casa), dopo tanto tempo obbligatoriamente trascorso<br />
a casa. Ed ecco in sintesi i risultati. Non appena sarà<br />
possibile lasciare la quarantena le priorità dei luoghi<br />
di consumo saranno nell’ordine: pizzerie, bar, ristoranti,<br />
gelaterie. CVD: come volevasi dimostrare!<br />
Restiamo focalizzati sulle pizzerie. A fronte di<br />
questo esito d’indagine, sono adesso i patron pizzaioli<br />
un po’ più tranquilli? Sta adesso diminuendo il loro<br />
pessimismo a beneficio di un ottimismo in crescita?<br />
Si tratta di essere ben equilibrati. Si tratta di far coesistere<br />
e di rendere utili, ai fini del rinnovando successo<br />
dell’attività, pessimismo ed ottimismo. Tre mesi di<br />
chiusura sono tanti e il danno complessivo è ingente,<br />
a partire da quello tangibilmente economico. Sì, sono<br />
stati emanati provvedimenti e di sicuro ciò è meglio<br />
di niente, ma mai si può sopperire con il pannicello<br />
caldo dell’aiuto a quella che è stata l’assenza pressoché<br />
totale di flusso di cassa (il cash) per ben tre mesi,<br />
a fronte del persistere dei costi fissi.<br />
L’ottimismo tuttavia rinasce se, con pazienza, saggezza<br />
e disciplina interiore, si vive questo forzoso momento<br />
di inattività come periodo sabbatico, facendo<br />
sornionamente finta che ce lo siamo scelti noi e non<br />
che ci sia stato imposto. Periodo sabbatico ad intendere<br />
che l’assenza delle attività quotidiane è l’occasione<br />
per mettersi a studiare e a riflettere, anche facendo riunioni<br />
in rete con i propri collaboratori, per ripensare<br />
e inventare nuove modalità di espletamento delle<br />
proprie attività; prioritariamente un nuovo menu e il<br />
servizio di sala.<br />
Per comodità di pensiero, sebbene magari la cosa<br />
ci infastidisca e ci renda nervosi e preoccupati, partiamo<br />
proprio dai due vistosi elementi di cambiamento<br />
imposti di autorità:<br />
nuove regole per pulizia e igiene,<br />
nuove regole di prossemica ovvero di distanza tra<br />
i tavoli.<br />
Ai patron pizzaioli che al solo pensiero di queste<br />
due “tegole” abbattutesi sulle loro teste si lamentano<br />
e pensano al peggio, suggeriamo di mettersi nei panni<br />
dei loro clienti. Fate questa simulazione, per piacere.<br />
Ecco, e adesso che siete “clienti” non vi sentite<br />
tranquilli e cautelati, nonostante esteticamente non<br />
sia il massimo, nel constatare che il personale di sala<br />
e quello al forno e al banco indossano mascherine e<br />
guanti? E non vi fa piacere notare che i bagni oltre<br />
ad essere pulitissimi (diamo atto che in gran parte lo<br />
erano anche prima), adesso salvaguardano ulteriormente<br />
l’igiene grazie a doverosi accorgimenti? E non<br />
vi fa piacere che la possibilità stessa di calca, di stare<br />
gli uni addosso agli altri, sia stata recisa? Ecco, i vostri<br />
clienti si aspettano ciò semplicemente perché sanno<br />
che sono atti dovuti, sanno che indietro non si torna e<br />
sanno che adesso è così. E così, va detto, è più confortevole<br />
di prima. Quante opportunità si aprono con la<br />
riapertura, se nel frattempo oltre ad aver adempiu-<br />
MARZO / APRILE <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />
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