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Italia a Tavola Marzo-Aprile 2020

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ALIMENTI<br />

LE RADICI DEL CIBO<br />

PIADINA<br />

DA CIBO POVERO A IGP<br />

di Piera Genta<br />

La prima citazione scritta<br />

che rimanda alla piadina<br />

risale al XIV secolo, anche<br />

se tracce letterarie sono state<br />

riscontrate all’interno dell’Eneide<br />

di Virgilio. Sopravvisse fino<br />

al Medioevo, nel Rinascimento<br />

inizia a subire un declino a causa<br />

delle nuove tendenze culinarie e<br />

per molti anni rimase il semplice<br />

pasto dei contadini e di coloro che<br />

non potevano permettersi qualcosa<br />

di più e dovevano accontentarsi<br />

dei prodotti della terra.<br />

Fu Giovanni Pascoli a darle<br />

dignità citandola all’inizio del<br />

Novecento in varie sue opere,<br />

definendola il pane, anzi il cibo<br />

nazionale dei romagnoli ed in<br />

seguito ne parla anche La guida<br />

Gastronimica d’<strong>Italia</strong> del Touring<br />

(1931). Senza dubbio è il pane azimo<br />

senza lievito più famoso. Una<br />

precisazione: a nord di Rimini Cesena<br />

e Ravenna si mangia la piadina,<br />

da Rimini a Cattolica invece la<br />

piada. A parte il nome, la piadina<br />

risulta più spessa della piada, per<br />

l’aggiunta di un pizzico di bicarbonato.<br />

In entrambi i casi, la piadina<br />

o piada si presenta come una<br />

sfoglia circolare e sottile a base di<br />

farina di frumento, acqua, sale e<br />

strutto.<br />

La Piadina romagnola ha ottenuto<br />

il riconoscimento Igp nel<br />

2014 ed è tutelata dall’omonimo<br />

Consorzio. La zona di produzione<br />

comprende il territorio amministrativo<br />

delle province di<br />

Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna ed<br />

alcuni comuni della provincia di<br />

Bologna. Il prodotto è immesso<br />

in commercio tutto l’anno nelle<br />

tipologie Piadina Romagnola Igp<br />

(compatta, friabile e spessa) e Piadina<br />

Romagnola Igp alla Riminese<br />

(morbida, Sottile e di diametro<br />

maggiore).<br />

La piadina tradizionale andrebbe<br />

cotta sulle teglie di Montetiffi,<br />

località sulla montagna romagnola.<br />

Purtroppo è sempre più<br />

difficile incontrarne una nei chioschi<br />

di Romagna. La teglia, chiamata<br />

anche testo, è rotonda con<br />

bordi rialzati ed è realizzata con<br />

un impasto di argille, una di colore<br />

rosso e una di colore grigio.<br />

Queste sono pezzi unici, lavorati a<br />

mano e cotti nel forno a legna. Su<br />

ognuna vi è impresso il marchio<br />

Montetiffi. Cotta su una di queste<br />

teglie, la piada acquista gusti<br />

e aromi che la rendono diversa e<br />

speciale rispetto a una cotta su un<br />

moderno piano riscaldato. Sono<br />

invece infinite le varianti per la<br />

farcitura, quella tradizionale con<br />

lo Squaquerone di Romagna Dop,<br />

formaggio vaccine a pasta molle e<br />

salumi locali.

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