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Italia a Tavola Marzo-Aprile 2020

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COVID-19 | #ANDRATUTTOBENE<br />

COME EVITARE<br />

I RISCHI DI CONTAGIO<br />

UN PROTOCOLLO<br />

PER LA RISTORAZIONE<br />

di Valerio Sarti<br />

Tecnologo alimenatere<br />

Il settore della ristorazione e in generale<br />

dell’accoglienza risulta essere<br />

tra i più colpiti dalla crisi che si è<br />

generata a causa del coronavirus. Il<br />

lockdown di hotel e ristoranti ha frenato<br />

bruscamente tutte le attività e i guadagni,<br />

portando gli operatori ad interrogarsi<br />

su quali possano essere le nuove strategie<br />

per affrontare il futuro, a cominciare<br />

dalla tanto discussa “Fase 2” che vedrà<br />

la riapertura delle imprese, ma con le<br />

dovute precauzioni e accorgimenti a tutela<br />

della salute e della sicurezza.<br />

Numerosi enti, sia a livello europeo<br />

che mondiale, nel corso dell’emergenza,<br />

hanno espresso i loro pareri circa il nuovo<br />

coronavirus e la relazione che esso<br />

può avere con il settore agroalimentare e<br />

della ristorazione. L’Efsa, Autorità europea<br />

per la sicurezza alimentare, per prima<br />

il 9 marzo scorso ha pubblicato un<br />

parere scientifico circa la possibilità che<br />

il nuovo Covid-19 venga trasmesso con<br />

gli alimenti. Si afferma che, allo stato attuale,<br />

non ci sono prove che il cibo sia<br />

fonte o via di trasmissione. Nel testo si<br />

riportano le considerazioni di Marta<br />

Hugas, direttore scientifico Efsa: «Le<br />

esperienze fatte con precedenti focolai<br />

epidemici riconducibili ai coronavirus,<br />

come il coronavirus della sindrome respiratoria<br />

acuta grave (Sars-CoV) e il<br />

coronavirus della sindrome respiratoria<br />

mediorientale (Mers-CoV), evidenziano<br />

che non si è verificata trasmissione tramite<br />

il consumo di cibi. Al momento<br />

non ci sono prove che il coronavirus sia<br />

diverso in nessun modo».<br />

Ma ancora oggi, nell’immaginario<br />

comune, sono diversi gli interrogativi<br />

che ci si pongono.<br />

Qual è il rischio di<br />

infezione di Covid-19<br />

da prodotti<br />

alimentari? Come<br />

operatore del settore<br />

alimentare<br />

come posso proteggere<br />

i miei dipendenti<br />

e richiedere<br />

garanzie ai<br />

fornitori? Qual è il rischio di contrarre il<br />

virus dagli imballaggi alimentari? Questi<br />

sono solo alcuni dei quesiti che ci poniamo<br />

continuamente in questo periodo e a<br />

cui, l’8 aprile scorso, la Commissione<br />

Europea ha deciso di rispondere in maniera<br />

chiara rendendo disponibile un<br />

documento sul nuovo coronavirus e la<br />

sicurezza alimentare. Esso è il risultato<br />

di tutti i feedback ricevuti dalle parti interessate<br />

e dagli Stati Membri. Si prende<br />

in considerazione non solo il punto di<br />

vista del consumatore, ma anche quello<br />

degli operatori del settore alimentare e<br />

le misure preventive da porre in essere<br />

nella propria attività.<br />

Anche l’Organizzazione mondiale<br />

per la sanità, in collaborazione con la Fao<br />

(Organizzazione delle Nazioni Unite per<br />

Per la Fase 2 i tecnologi alimentari<br />

hanno messo a punto le procedure<br />

per gestire il problema più grande:<br />

la prevenzione del contagio<br />

negli ambienti e nell’utilizzo<br />

delle attrezzature sulla base<br />

di indicazioni istituzionali<br />

e scientifiche. 12 i punti chiave,<br />

per una sicurezza a 360 gradi<br />

l’alimentazione e l’agricoltura), ha dato il<br />

suo contributo fornendo linee guida nella<br />

gestione delle aziende agroalimentari<br />

e, in generale, a tutto il settore food, per<br />

affrontare l’emergenza Covid-19: si<br />

MARZO / APRILE <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />

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