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COVID-19 | #ANDRATUTTOBENE<br />
COME EVITARE<br />
I RISCHI DI CONTAGIO<br />
UN PROTOCOLLO<br />
PER LA RISTORAZIONE<br />
di Valerio Sarti<br />
Tecnologo alimenatere<br />
Il settore della ristorazione e in generale<br />
dell’accoglienza risulta essere<br />
tra i più colpiti dalla crisi che si è<br />
generata a causa del coronavirus. Il<br />
lockdown di hotel e ristoranti ha frenato<br />
bruscamente tutte le attività e i guadagni,<br />
portando gli operatori ad interrogarsi<br />
su quali possano essere le nuove strategie<br />
per affrontare il futuro, a cominciare<br />
dalla tanto discussa “Fase 2” che vedrà<br />
la riapertura delle imprese, ma con le<br />
dovute precauzioni e accorgimenti a tutela<br />
della salute e della sicurezza.<br />
Numerosi enti, sia a livello europeo<br />
che mondiale, nel corso dell’emergenza,<br />
hanno espresso i loro pareri circa il nuovo<br />
coronavirus e la relazione che esso<br />
può avere con il settore agroalimentare e<br />
della ristorazione. L’Efsa, Autorità europea<br />
per la sicurezza alimentare, per prima<br />
il 9 marzo scorso ha pubblicato un<br />
parere scientifico circa la possibilità che<br />
il nuovo Covid-19 venga trasmesso con<br />
gli alimenti. Si afferma che, allo stato attuale,<br />
non ci sono prove che il cibo sia<br />
fonte o via di trasmissione. Nel testo si<br />
riportano le considerazioni di Marta<br />
Hugas, direttore scientifico Efsa: «Le<br />
esperienze fatte con precedenti focolai<br />
epidemici riconducibili ai coronavirus,<br />
come il coronavirus della sindrome respiratoria<br />
acuta grave (Sars-CoV) e il<br />
coronavirus della sindrome respiratoria<br />
mediorientale (Mers-CoV), evidenziano<br />
che non si è verificata trasmissione tramite<br />
il consumo di cibi. Al momento<br />
non ci sono prove che il coronavirus sia<br />
diverso in nessun modo».<br />
Ma ancora oggi, nell’immaginario<br />
comune, sono diversi gli interrogativi<br />
che ci si pongono.<br />
Qual è il rischio di<br />
infezione di Covid-19<br />
da prodotti<br />
alimentari? Come<br />
operatore del settore<br />
alimentare<br />
come posso proteggere<br />
i miei dipendenti<br />
e richiedere<br />
garanzie ai<br />
fornitori? Qual è il rischio di contrarre il<br />
virus dagli imballaggi alimentari? Questi<br />
sono solo alcuni dei quesiti che ci poniamo<br />
continuamente in questo periodo e a<br />
cui, l’8 aprile scorso, la Commissione<br />
Europea ha deciso di rispondere in maniera<br />
chiara rendendo disponibile un<br />
documento sul nuovo coronavirus e la<br />
sicurezza alimentare. Esso è il risultato<br />
di tutti i feedback ricevuti dalle parti interessate<br />
e dagli Stati Membri. Si prende<br />
in considerazione non solo il punto di<br />
vista del consumatore, ma anche quello<br />
degli operatori del settore alimentare e<br />
le misure preventive da porre in essere<br />
nella propria attività.<br />
Anche l’Organizzazione mondiale<br />
per la sanità, in collaborazione con la Fao<br />
(Organizzazione delle Nazioni Unite per<br />
Per la Fase 2 i tecnologi alimentari<br />
hanno messo a punto le procedure<br />
per gestire il problema più grande:<br />
la prevenzione del contagio<br />
negli ambienti e nell’utilizzo<br />
delle attrezzature sulla base<br />
di indicazioni istituzionali<br />
e scientifiche. 12 i punti chiave,<br />
per una sicurezza a 360 gradi<br />
l’alimentazione e l’agricoltura), ha dato il<br />
suo contributo fornendo linee guida nella<br />
gestione delle aziende agroalimentari<br />
e, in generale, a tutto il settore food, per<br />
affrontare l’emergenza Covid-19: si<br />
MARZO / APRILE <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />
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