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Italia a Tavola Marzo-Aprile 2020

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fotografare o farsi i selfie. Anche perché<br />

i cellulari serviranno a ben altro. Magari<br />

a proteggerci da eventuali rischi, più che<br />

a fare del male in modo gratuito a qualche<br />

ristoratore!<br />

I ristoratori attivi e “superstiti” si<br />

4. sentiranno un po’ meno concorrenti<br />

e un (bel) po’ più colleghi. Si sentiranno<br />

quasi “combattenti e reduci” della<br />

situazione, come del dopoguerra. Sapranno<br />

giovarsi, se finalmente vorranno capirlo,<br />

di quel comportamento efficace quale<br />

la cooperazione e l’attività con un’associazione<br />

di categoria che li può rappresenta<br />

in modo concreto (praticamente al<br />

momento una sola, la Fipe). In altre parole<br />

la competizione sarà fatta con altre modalità,<br />

e saranno davvero pochi quelli che<br />

sfrutteranno la diffamazione del concorrente<br />

attraverso le recensioni negative<br />

pilotate su TripAdvisor. E poi c’è da augurarci<br />

che saranno proprio quelli più abituati<br />

alla scorrettezze delle recensioni<br />

negative quelli che avranno più difficoltà<br />

a riaprire o restare sul mercato. Chi in<br />

passato avrà lavorato bene nonostante le<br />

bordate negative di TripAdvisor, oggi<br />

potrebbe avere dei vantaggi di non poco<br />

conto. La qualità alla fine paga.<br />

E alla fine, dopo tutte le bugie e le<br />

5. fantasie che abbiamo sentito sul<br />

Covid-19, in tanti si saranno pure accorti<br />

che sul web bisogna più che mai<br />

cercare la verità in mezzo a tante fake<br />

news. Chi potrà credere più ormai a TripAdvisor?<br />

Le troppe nefandezze di cui il<br />

portale è stato vittima, quando non complice,<br />

veicolando giudizi palesemente<br />

lontani dal vero, non possono certo renderlo<br />

oggi più credibile che in passato.<br />

E quindi, ci chiediamo, lo scenario<br />

del dopo coronavirus, sarà più bello o<br />

meno bello senza TripAdvisor così onnipresente?<br />

Una cosa è certa. Nella società digitale,<br />

dove parliamo di app economy e di<br />

reputation economy, perché mai non dovremmo<br />

avvalerci di strumenti per avere<br />

informazioni e orientarci nelle nostre<br />

scelte di acquisto di beni e di fruizione di<br />

servizi? Su queste basi è logico aspettarsi<br />

che se il Gufo andrà incontro ad una caduta<br />

a picco (del resto già anticipata dal<br />

tracollo del suo titolo in Borsa), qualcuno<br />

dotato magari di un po’ più di apparente<br />

veridicità potrà prenderne il posto.<br />

E qui ancora una volta bisogna fare i<br />

conti con la tecnologia, e in particolare<br />

con quella sulla tracciabilità dei nostri<br />

spostamenti. Già, perché almeno in una<br />

prima fase, una volta deciso dove andare<br />

a mangiare, bisognerà sapere per tempo<br />

se ci si potrà accedere o se invece il locale<br />

è già saturo per i pochi coperti disponibili<br />

per il distanziamento sociale, o a<br />

che turno orario c’è posto. Se magari in<br />

quella zona ci sono rischi di contagio. E<br />

così via.<br />

E qui casca l’asino. Queste informazioni<br />

le potremo avere solo se il gestore<br />

del locale collabora. Ci si deve fidare di<br />

lui e di cosa ha attivato per farci sapere la<br />

situazione e magari che proposta ha.<br />

Tutto il contrario di quel che avveniva<br />

con TripAdvisor dove il gestore era vittima<br />

di commenti falsi e non riusciva<br />

nemmeno a rettificare informazioni assurde,<br />

tipo la qualità di una pizza in un<br />

locale senza forni per pizza. Per non parlare<br />

poi della impossibilità di non essere<br />

proprio recensito e uscire da quelle immonde<br />

classifiche farlocche.<br />

Ora i gestori avranno la necessità di<br />

essere attivi nel dare quante più informazioni<br />

possibili per agevolare l’arrivo<br />

di clienti, anche con prenotazioni immediate<br />

e senza costi aggiuntivi (per gestore<br />

e cliente). E c’è chi su queste opportunità<br />

è quasi pronto e decisamente in<br />

campo eliminando quasi ogni tipo di<br />

concorrenza. L’alleanza Google-Apple<br />

COVID-19 | #ANDRATUTTOBENE<br />

per offrire sistemi di monitoraggio<br />

mondiale sui contagiati potrebbe infatti<br />

dare vita ad un nuovo strumento che<br />

con poche varianti potrebbe diventare la<br />

chiave di accesso al ristorante.<br />

Una delle tecnologie utilizzabili è poi<br />

quella della blockchain, adesso agli albori<br />

sebbene i suoi primi frutti (costosi) si<br />

vedano nell’agroalimentare. È uno strumento<br />

che rischia però di essere più individuale<br />

(del singolo ristorante) che<br />

non l’unico portale che li raggruppa tutti.<br />

Trasversalmente a tutto ciò, vale la<br />

pena in ogni caso di riflettere su come si<br />

presenterà il ristorante “riaperto”. Una<br />

cosa è certa, almeno nella fase transitoria,<br />

sarà molto diverso da “prima”.<br />

In sala avremo:<br />

prenotazione praticamente obbligatoria<br />

a fronte di servizi effettuati su più<br />

turni;<br />

per accedere bisognerà sottoporsi al<br />

controllo della temperatura (bandito chi<br />

ha più di 37,5°) come nei supermercati;<br />

tavoli ben distanziati (si parla di 2 metri<br />

fra uno e l’altro) e camerieri in guanti<br />

e mascherine;<br />

presenza ad igienizzanti sui tavoli (al<br />

posto delle oliere), all’ingresso e in bagno.<br />

Sostanzialmente diversa da “prima” la<br />

situazione anche in cucina:<br />

menu più essenziali, ma ghiotti, con<br />

spazio alla filiera corta o vera;<br />

forte attenzione ad evitare sprechi;<br />

attenzione all’asporto (take away),<br />

grande professionalità con ausilio di terze<br />

parti per la delivery e magari vendita<br />

di prodotti alimentari.<br />

In pratica, appena l’emergenza sarà<br />

finita e si potrà riaprire, si tornerà a danzare,<br />

ma con nuovi spartiti e orchestrali<br />

e ballerini pronti a rappresentare una<br />

musica tutta nuova.

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