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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Santa Fede; il sepolcro d’Alfonso di d<strong>et</strong>ta casa, del Naccarini; il Cristo con la croce in spalla, di Giovan<br />

Bernardo Somma; il quadro sopra la sacristia, del Pistoja.<br />

La sacristia è tutta int<strong>agli</strong>ata della vita della Beata Vergine, con fondi d’oro di Giovanni di Nola, con<br />

meravigliosa guardarobba, ricca di vasi, candelieri, fiori, paleotti e molte cose di valore, così per la materia<br />

come per lo lavoro: collane, rosoni, corone, gioie, calici, sfere, statue, sepolcro per il Signore ed altro; fra gli<br />

altri apparati vi è un piviale che fu l’ammanto di Alfonso I re d’Aragona.<br />

Nella Cappella d<strong>et</strong>ta il Tesoro v’è un pezzo di legno della Santa Croce; una spina del Signore; due corpi<br />

intieri d’Innocenti; il dito di san Giovanni Battista; i corpi de’ santi Primiano, Firmiano, Tellurio ed Alessandro,<br />

martiri; di sant’Orsola, Eunomio, Sabino vescovo 186 e Pascasio abbate, con mezzi busti d’argento; la testa di<br />

santa Barbara; una statua di Sant’Anna ed altra di San Filippo Neri. La volta è dipinta a fresco dal Belisario, e<br />

v’è il depo[297]sito in marmi d’Alfonso Sancio marchese di Grottola.<br />

Nella Cappella de’ Pisani, la Deposizione del Signore in basso rilievo è del Santa Croce; e nella<br />

Cappella del conte d’Oppido Caracciolo, la Schiodazione e sue statue, del medesimo.<br />

Negli altar<strong>et</strong>ti di marmo de’ pilastri, le statue altresì di marmo, di Giovanni di Nola, fra’ quali prezioso il<br />

San Girolamo.<br />

Il Soccorpo è grande quanto la croce, coro e cappella dell’altar maggiore, sostenuto da colonne.<br />

Nel cortile v’è un fonte, ed i marmi erano parte d’uno posto nel giardino d’Alfonso II, allora duca di<br />

Calabria.<br />

V’è il conservatorio per le figliuole esposte che voglion esser monache, con la loro chiesa nel minor<br />

cortile, dov’è un luogo che serve di scuola, che fu già chiesa d<strong>et</strong>ta della Pace, fondata da Alfonso I e poi, per<br />

allargare la chiesa, distrutta, restandovi la porta; ed ha d<strong>et</strong>to cortile un altro fonte.<br />

Nel maggior cortile v’è il ban[298]co opulente per depositi e pegni, e vicino al d<strong>et</strong>to, per altra scala si<br />

sale all’ospedale, servito con ogni diligenza per febricintanti e feriti, con sue officine, e luogo per lo governo,<br />

che consiste in un cavaliero di seggio Capuano, una volta de’ Capeci, l’altra di Caraccioli, e la terza d’Aienti o<br />

Aggiunti; e quattro del Popolo, avvocati o mercanti, o gente civile.<br />

Nel cortile v’è anche la farmacopea, forno ed altre stanze per servigio dell’ospedale, tenendone un altro<br />

alla Montagnola, d<strong>et</strong>to la Nunziatella, per li convalescenti, un altro a Torre del Greco, ed ogni anno ne apre uno<br />

a Pozzuoli per remedj di bagni, stufe ed arene.<br />

La porta del cortile è di sotto il campanile; è questo opera ben intesa, disegno del Moro, per struttura ed<br />

altezza, ove si vede un bel orologio da campana. Su la porta v’è un t<strong>et</strong>rastico in marmo, descrivendo tutte<br />

l’opere pie della casa:<br />

Lac Pueris, dotem innuptis, velumque pudicis,<br />

Datque medelam ægris hæc opulenta Domus.<br />

186 Editio princeps: vesoovo.<br />

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