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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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Santissima Concezione, vicino al quale v’è un ritiro di monache romite che non parlano mai ad alcuno, sotto la<br />

direzione de’ padri teatini, e vivono quasi vita ange[85]lica in d<strong>et</strong>to monistero di Suor Orsola; ha fatto<br />

ultimamente fabricare il fu reggente don Stefano Carriglio. Hanno, fra l’altre reliquie, un dente di sant’Orsola, il<br />

capo d’una delle compagne martiri dato alla madre Orsola dal cardinale Spinelli.<br />

Discendendo presso Sant’Anna vi è il convento del Rosario, de’ padri domenicani, fondato da Michele<br />

di Lauro, ed hanno anco la testa d’una vergine e martire compagna 35 di Sant’Orsola; vi è la Trinità dipinta da<br />

Luigi Siciliano.<br />

Sotto la Concordia vi è la congregazione e confraternità di San Mattia Apostolo. Più a basso èvvi il<br />

monistero della Maddalena delle Spagnuole, qui transferita dal Carminello dopo la Strada di Nardones, ivi<br />

fondata già per le donne spagnuole convortite dall’esemplarissima pi<strong>et</strong>à di donna Isabella d’Alarcon marchesa<br />

della Valle; poi, ceduto il luogo, vi hanno er<strong>et</strong>to un oratorio a San Carlo alcuni divoti sacerdoti, ed il monistero<br />

o conservatorio col nome di Santa Maria Maddalena, portato sotto il Rosariello, osservando le regole del<br />

Carmine.<br />

[86] La Speranza, de’ padri agostiniani spagnuoli, fu fondata da Francesco de la Cueva e Giovanni<br />

d’Eira Porto Carrero, ceduta a donna Girolama Colonna duchessa di Monteleone, da questa concessa a’ padri<br />

sud<strong>et</strong>ti.<br />

Poco più sopra è la Trinità della Redenzione de’ Cattivi, servita prima da padri italiani e spagnuoli, e poi<br />

ceduta a questi; fu edificata da’ divoti; ha due congregazioni, una della Vergine del Riscatto e l’altra della<br />

Vittoria.<br />

Discendendo alla Strada Toledo, e passata la strada d<strong>et</strong>ta della Galitta di Don Francesco, preso il nome<br />

da un cavaliero di casa Tovara, vi è la chiesa e casa de’ padri lucchesi, fondata da Giovanna Quevedo; v’erano i<br />

padri dell’Oratorio, che la lasciarono, per la regola che non amm<strong>et</strong>te se non una casa per <strong>città</strong>; da’ presenti<br />

devotamente ufficiata. La cupola a forma di scudella, eccellentemente dipinta dal Giordano con i quattro angoli,<br />

fa mostra d’una gran altezza; dello stesso è il San Nicolò; quello di Santa Brigida dell’altar maggiore, è del<br />

Farelli, della sua prima [87] maniera; quello di Sant’Antonio, del cavalier Massimo Stanzioni, e quello di<br />

rimp<strong>et</strong>to, di Nicolò Vaccari; nelle domeniche di Quadragesima s’espone il Sagramento dell’altare, con sontuosa<br />

machina di lumi di riflesso.<br />

Siegue verso del Largo del Castello la chiesa ed ospedale di San Giacomo degli Spagnuoli, fondato dal<br />

viceré don Pi<strong>et</strong>ro di Toledo, in un luogo abitato da genovesi, a cui fu unito l’ospedale della Vittoria, di cui se ne<br />

vede il quadro, a man destra della chiesa, con i ritratti di Pio V, don Giovanni d’Austria e molti eroi della<br />

vittoria navale de’ Cursolari, che prima era alle Mortelle. Il dissegno fu di Ferdinando Manlio, mancante per le<br />

cappelle, da una parte sfondate e non dall’altra, havendo ciò fatto per darle il prosp<strong>et</strong>to al molo. Nella Cappella<br />

de’ Catalani la tela dell’Assunta è del Criscolo; la Vergine, creduta del Rafaele, è copia, ma ben fatta; il San<br />

34 Editio princeps: agostiani.<br />

35 Editio princeps: compagne.<br />

36

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