1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...
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un’imagine del Crocefisso, dicono la prima collocata nella chiesa napolitana. Nella Cappella di casa Minutolo<br />
v’è il sepolcro del cardinal Arrigo arcivescovo, dedicata a Sant’Anastasio, titolo del d<strong>et</strong>to; il sepolcro è del<br />
Bamboccio, con altri sepolcri de’ Minutoli e statue giacenti, con dipinti i ritratti di molti cavalieri Minutoli.<br />
Nella Cappella de’ T<strong>occhi</strong> v’è il corpo di sant’Aspreno, con la sua vita e miracoli dipinti dal Tesauro nel<br />
1520, 203 qui trasportato già dall’oratorio di Santa Restituta; le statue della Vergine, San Pi<strong>et</strong>ro e Paolo sono del<br />
Caccavello, e vi sono i sepolcri de’ signori di d<strong>et</strong>ta famiglia; attaccata v’è la Cappella de’ Dentici del Pesce, e di<br />
P<strong>et</strong>raccone Caracciolo cavaliero della Nave, con l’insegna che si dava a’ d<strong>et</strong>ti cavalieri.<br />
Or entrando nella chiesa di Santa Restituta, fu questa già dedicata alla santa, fabricata da Costantino il<br />
Grande, trasportandovi dall’isola d’Ischia le reliquie di santa Restituta; benché si nieghi da quesgl’isolani,<br />
dicendo haver eglino il sacro deposito nascosto. Fu d<strong>et</strong>ta poi Santa Maria del Prin[393]cipio, essendo attaccata<br />
all’oratorio di sant’Aspreno; del Salvatore, per una imagine a musaico; è Stefania o perché riedificata da<br />
Stefano vescovo, o dalla parola stefanos che vuole dir corona, per l’imagini de’ Santi vecchioni dell’Apocalisse<br />
che presentano le corone all’Agnello, qui dipinti, o perché i napolitani presentassero ogni anno una corona di<br />
argento; è d<strong>et</strong>ta anche San Lorenzo, dal santo vescovo napolitano; fu la chiesa fabricata con gli avanzi del d<strong>et</strong>to<br />
gran Tempio d’Apollo; la conca dell’altare maggiore, lunga otto palmi, sostenuta da arpioni, fa mostra d’<strong>antica</strong><br />
pira di sacrificJ, e vien coperta da tavole per render piano l’altare per lo sacrificio illibato della messa; sotto di<br />
d<strong>et</strong>ta conca vi è sepellito san Giovanni Acquarolo vescovo.<br />
Dell’<strong>antica</strong> chiesa solo è restata la nave maggiore, buttata la croce a terra per ingrandire la m<strong>et</strong>ropolitana<br />
da Carlo I. In d<strong>et</strong>to altare maggiore furono riposte le due colonne con l’imagine del Salvatore dipinta in legno,<br />
perché dove primo era l’altare vi era di musaico.<br />
[394] L’imagine di Santa Maria del Principio dell’oratorio di Sant’Aspreno, dipinta alla greca, fu posta<br />
in musaico da sant’Elena, con l’imagine di Santa Restituta e di San Gennaro, che, per esser fatta prossimo al<br />
suo martirio, si stima dal naturale, al di cui essempio fu fatta la statu<strong>et</strong>ta d’argento per la testa di san Gennaro<br />
da Carlo II. Sotto quest’altare si stima sia il corpo di santa Restituta, al quale altare san Silvestro concesse<br />
infinite indulgenze, come dall’iscrizione in musaico postavi da Giovanni Mediocre vescovo di <strong>Napoli</strong>.<br />
L’imagine è la prima <strong>esposta</strong> all’adorazione de’ napolitani. Presso d<strong>et</strong>ta cappella ve n’è un’altra dove è sepellito<br />
il beato Nicolò, eremita lombardo ucciso da un empio. Dalla parte dell’Epistola vi è la cappella fondata da<br />
Costantino a San Giovanni Battista, d<strong>et</strong>to in Fonte, ov’era la conca del battesimo trasportata; v’è la cupola<br />
dipinta a musaico con la Croce, insegna di Costantino, ed una iscrizione in lingua <strong>antica</strong> napolitana. Nella<br />
chiesa di Santa Restituta vi sono molti sepolcri di nobili che possono osservarsi; è chiesa de’ canonici, a loro<br />
concessa sin [395] a’ tempi di Costantino il Grande, ed abbellita con i stucchi e rinovatasi di pitture<br />
dall’accurata assistenza del quondam canonico Celano, l<strong>et</strong>terato ed amico dell’antichità, come appare dalle sue<br />
fatiche, benché in qualche cosa abbia preso sb<strong>agli</strong>, ma non è uomo chi non erra. Nel coro vi è il San Michele di<br />
Silvestro Buono; nella Cappella de’ Proto-nobilissimi, un Cristo di rilievo fatto da un cieco nato, e nell’uscire<br />
203 Editio princeps: 520.<br />
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