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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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distesa ne ragionano; qui dunque tutto in breve, ciò che altrove più dilatato, avanti gli <strong>occhi</strong> vi si porta; onde<br />

havendo epilogato i principj della sua fondazione, diremo<br />

Del sito antico e moderno, e mura dell’<strong>antica</strong> <strong>città</strong> di Partenope, Palepoli e <strong>Napoli</strong>.<br />

§ II. Non meno della sud<strong>et</strong>ta fondazione è dubbio e controvertito tra gli autori dove fussero i siti<br />

dell’<strong>antica</strong> Partenope, e più di Palepoli, e se questa fusse realmente distinta da Partenope, overo fusse stata<br />

prima chiamata Partenope, poi Palepoli ed ultimamente <strong>Napoli</strong>, come par che [6] voglia il Celano, benché<br />

affatto contrario a Livio, che dice: “Palepolis procul inde ubi nunc Neapolis, duabus urbibus populus idem”.<br />

Siché distinte due <strong>città</strong> per forza furono, e non già la <strong>città</strong> vecchia si chiamava Palepoli e la nuova <strong>Napoli</strong>; ben<br />

si potrebbe credere che Partenope pigliasse poi il nome di <strong>Napoli</strong>, per l’autorità di Solino che scrisse:<br />

“Partenope, quam Augustus Neapolim esse maluit”; se non fusse ciò da buoni autori impugnato, essendo anche<br />

prima di Augusto chiamata <strong>Napoli</strong>; similmente vuol lo stesso Solino ch’Ennapoli fusse d<strong>et</strong>ta, cioè capo di nove<br />

<strong>città</strong>, quali annovera il Capaccio, ma difficultato ciò viene da Camillo Pellegrino con più ragioni.<br />

Il sito di Partenope communemente si tiene fusse nella parte superiore dell’odierna <strong>città</strong>, ove si dice<br />

Sant’Agnello in Capo <strong>Napoli</strong>, discendendo sino alla chiesa di San Giorgio, San Marcellino e San Severino, ed<br />

era diviso in tre strade, o piazze, d<strong>et</strong>te Somma Piazza, del Sole e della Luna, ed un’altra della Porta Ventosa<br />

verso la Nolana. Di quello di Palepoli so[7]no più incerte l’opinioni: chi dice che fusse vicino Nisida – là dove<br />

è la Gajola –, d<strong>et</strong>ta da Cicerone “altera Roma”; chi sotto le radici di San Martino, verso la spiaggia volgarmente<br />

d<strong>et</strong>ta Chiaja; chi alli Galitti verso il Vesuvio; altri, col Pontano, sotto le radici del sud<strong>et</strong>to monte di Sant’Erasmo<br />

o Sant’Elmo o San Martino, ma verso il Castel Nuovo; altri, con Leandro Alberto, verso Poggio Reale, dove era<br />

la Torre de’ Giupparelli, dicendo Ambroggio Lione nella sua Città di Nola esser tre mila passi lontana da<br />

<strong>Napoli</strong>, e con la autorità di Livio, che Publio console pigliò un luogo idoneo tra Palepoli e <strong>Napoli</strong>; onde par che<br />

non si possano accordare con l’opinione, con cui passa il Celano e Sicola ed altri moderni, che la fanno ne’<br />

luoghi bassi di <strong>Napoli</strong>, cominciando dalla Grotta di San Martino, Santa Maria a Cancello, Santissima<br />

Annunziata, Eggiziaca e territorio della Maddalena; sarebbe stata così troppo contigua a Partenope, di modo<br />

che non vi haveria potuto essere la distanza delli tre mila passi ed un luogo per mezzo da fortificarvisi un<br />

esercito di romani; così sono [8] confusi e contradicenti in ciò gli scrittori, che si rende impossibile l’accordarli;<br />

né può sostenersi esser stata una sola <strong>città</strong> vecchia, che fu d<strong>et</strong>ta, come dal Lessico Geografico si può vedere,<br />

volendo in greco il nea <strong>et</strong> polis non dir altro che nova civitas; o fusse perché, rovinata Partenope da’ cumani,<br />

come si è d<strong>et</strong>to, per consiglio dell’Oracolo riedificata, la Nuova Città la chiamassero; o per haverla fabricata<br />

forastieri ateniesi, marsiliani e rodioti, lontana poco da Partenope; o per comando di Augusto, benché, come si è<br />

d<strong>et</strong>to, contravertito anche per l’autorità di Licofrone, che fu a tempo di Tolomeo Filadelfo.<br />

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