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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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della Gloria di San Bened<strong>et</strong>to, suoi santi pontefici e cavalieri d’abito, del Belisario, 163 che qui è sepellito.<br />

L’organo nel capo del coro è opera di Sebastiano Solcito e Giovan Domenico di Martino.<br />

Il coro, tutto differentemente lavorato di noce, di Bonaventura Tortelli e Bartolomeo Chiarini; il capo<br />

altare di marmi commessi, del cavalier Cosmo, con balaustrate che chiudono il presbiterio, due putti di bronzo;<br />

vi sono due fonti di broccatello, sostenuti da pilastri con l’arme della religione, ed in fronte un vas<strong>et</strong>to de fiori,<br />

e, sopra del pilastro, un corvo, insegna del santo. Nella Cappella de’ Gesualdi, la Pi<strong>et</strong>à della Vergine è del d<strong>et</strong>to<br />

Schefaro; il Battesimo di Christo, di Pi<strong>et</strong>ro Perugino; la Sant’Anna, del Marulli; la Vergine con diversi santi,<br />

del Salerno; l’Immacolata Concezzione, d’Antonio Sensibile; la Pi<strong>et</strong>à presso la Cappella di San Carlo, del<br />

Corso; la Nascita del Signore, di Marco da Siena, e l’Inchiodazione e l’Adorazione de’ Maggi e la Nascita della<br />

Ver[214]gine dello stesso, come anche il Cristo spirante in croce; la Deposizione del d<strong>et</strong>to, del Salerno; la<br />

Venuta dello Spirito Santo, del Marulli. Nella Cappella del Santissimo, dipinta a fresco dal Corensio, la<br />

Annunziata del Criscolo, l’Assunta del d<strong>et</strong>to Marco; doppo una cappella con basso rilievo di marmo, ed<br />

appresso, passata la Nascita della Vergine, due fonti di marmo sostenuti da due corvi; il pavimento è tutto<br />

lastricato di lapidi sepolcrali. Volendo entrare nella sacristia, a sinistra la Vergine con altri santi è<br />

dell’Imperato; quella appresso, del Santa Fede; la d<strong>et</strong>ta sacristia dipinta da Onofrio di Leone, discepolo di<br />

Belisario, e vi è in un armario un Crocifisso di bosso, donato da Pio V a don Giovanni d’Austria, che lo portò<br />

nella batt<strong>agli</strong>a navale. Ha molte reliquie della croce del Signore; capelli della Vergine; de’ santi apostoli; di san<br />

Clemente papa; di san Placido; e ricca d’argenti e d’apparati.<br />

La chiesa ha diversi sepolcri, fra’ quali quello di Vincenzo Carafa priore d’Ungheria, figliuolo del<br />

Du[215]ca d’Andria, con la sua statua del Naccarini; 164 quattro depositi della famiglia Mormile <strong>agli</strong> angoli della<br />

cupola; nella Cappella Maranta quello del d<strong>et</strong>to Bellisario; presso la sacristia quello di Giovan Battista Cicara,<br />

ed un fanciullo della famiglia Bonifacia scolpito da Pi<strong>et</strong>ro di Prata, ed epitaffio fatto dal Sannazzaro.<br />

Nella Cappella de’ San Severini vi sono sepelliti tre giovan<strong>et</strong>ti, estinti di veleno per l’ambizione del zio<br />

per succederli, e la madre, Contessa della Saponara, con le statue loro, di Giovanni di Nola; e vi sono altri<br />

sepolcri con belle statue. Ha il monistero quattro chiostri, uno de’ quali è dipinto d’Antonio Solario 165 d<strong>et</strong>to il<br />

Zingaro, col suo ritratto ed altri ritratti al naturale; il terzo chiostro è fatto con archit<strong>et</strong>tura di marmi, con<br />

colonne d’ordine dorico, venute le pi<strong>et</strong>re da Carrara. I dormitorii, ref<strong>et</strong>torii, le loggie, l’officine e tutte le<br />

fabriche sono mirabili e grandi, havendo il primato tra’ conventi di <strong>Napoli</strong>.<br />

Nell’<strong>antica</strong> chiesa, che sembra sotterranea risp<strong>et</strong>to alla nuova, sotto il primo altare di marmo vi [216]<br />

sono sepelliti i corpi di san Severino, apostolo dell’Oriente, e san Sosio levita, compagno di san Gennaro, col<br />

distico:<br />

Hic duo Sancta simul, divinaque corpora Patres<br />

163 Editio princeps: Belisar.<br />

164 Come da errata corrige. Editio princeps: Nacarcini.<br />

165 Editio princeps: Solerio.<br />

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