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1 Napoli città nobilissima, antica e fedelissima, esposta agli occhi et ...

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ampliando 157 il monistero. Oggi è questo rinovato, e la chiesa consiste in una gran cupola in forma d’ovo,<br />

dipinta a finti stucchi e d’oro, con la Vita di san Sebastiano, disegno di fra Giuseppe Nuvolo, converso<br />

domenicano della Sanità, e dipinta dal Marulli a chiaro oscuro; gli altari e le mura de’ cornicioni in giù sono<br />

adorni di marmi commessi. Ha nelle reliquie una mascella di san Sebastiano, in una statua con un tronco a cui è<br />

legato il santo, d’argento, di Rafaele Fiamengo; un braccio di san Biagio, in un’altra statua d’argento, del<br />

Monte; una reliquia di san Pi<strong>et</strong>ro, in altra statua del Vinaccia; la testa di santa Cordola, compagna di<br />

sant’Orsola. Queste reliquie furono, essendo assediata <strong>Napoli</strong> da Lautrecco, nascoste da una monaca; si<br />

ritrovarono poi per rivelazione della Vergine, mancandovi l’anello di san Pi<strong>et</strong>ro che Ladislao, havuto da Roma,<br />

diede al monistero. Sotto l’altar maggiore riposano li santi Sergio e Bacco.<br />

TAVOLA [XVIII]: “Veduta della Sapienza. All’eccellentissimo signor don Domenico Carrafa prencipe [di] Colobrano”.<br />

[199 158 ] Tirandosi dritto verso la Porta di Costantinopoli v’è una strada larga, allegra, adorna di palazzi<br />

e di monisteri; i palazzi sono del principe di Sant’Agata Firrao, con mezzi busti de’ regnanti austriaci, e bel<br />

prosp<strong>et</strong>to; de’ Salernitani; del Tufo; de’ Marciani, già della famiglia Castriotta, ove sono dipinte l’azzioni del<br />

gran Scanderebegh; del Principe di Conca, ove oggi è il monistero di Sant’Antoniello.<br />

Avanti d<strong>et</strong>to monistero fu già la Porta Don’Orsa, per dove, come si dice, entrarono i saraceni e furono<br />

discacciati; fu fondato da suora Paola Cappellana, e consecrato a Sant’Antonio di Padua, essendo uscita dal<br />

157 Editio princeps: ampliado.<br />

158 Tra la pagina 199 e la precedente è iserita la tavola [XVIII].<br />

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